Sport duro il ciclismo, soprattutto quando si va a sbattere contro un'automobile. Durissimo quando vedi la morte in faccia e rischi di veder spezzata, in maniera definitiva, la tua carriera di ciclista professionista. Sport atroce se da parte lesa, ti trovi ad essere chiamato a difenderti come colui che ha procurato il danno: all'automobilista. La storia è quella di Paolo Valoti, un onesto faticatore del pedale, bergamasco di 34 anni, professionista dal 1996, che in carriera ha vinto sei corse, l'ultima delle quali il 3 settembre scorso a Imola: coppa Placci. La stessa corsa che, un anno prima, poteva chiudergli definitivamente la carriera, quando finì in ospedale dopo un impatto violento con un'auto che era in sosta a bordo strada: due ore e mezza di intervento, 150 punti per ricucirgli il torace. Trauma facciale e frattura di una vertebra.
Carriera finita, pensava Paolo Valoti. Ma dura è la testa dei corridori. Lui non solo si è ripreso, ma un anno dopo è andato a vincere la corsa che l'aveva in pratica sbattuto in sala operatoria. Fin qui la storia bella e romantica del corridore dacciaio. Oggi c'è di più. Di quell'impatto tremendo sono rimaste le cicatrici e una citazione per danni da parte della proprietaria dell'autovettura, contro la quale era finito il malcapitato Valoti.
«Questa mattina il mio avvocato dovrà presentarsi a Rimini, davanti al giudice di pace (dottor Lucenti, ndr) per spiegare che io ho rischiato la pelle e che, fino a prova contraria, non ero lì a fare una passeggiata con degli amici, ma per professione stavo correndo una gara di buon prestigio e tradizione fino al momento in cui mi sono trovato davanti all'improvviso una macchina che occupava gran parte della sede stradale e non ho potuto far altro che andarci addosso. Adesso il legale di questa signora chiede 13mila euro di danni a me e ad altri tre miei colleghi (Michele Scarponi, Giuseppe Muraglia e Sergio Ghisalberti, ndr), finiti per terra con il sottoscritto. Io, per i 150 punti, non ho preso nulla. Per la frattura alla vertebra mi hanno riconosciuto 3mila euro: come da tabella».
Dove sono le istituzioni, il sindacato dei corridori, la Federazione? «Non mi meraviglio più di nulla - chiosa sconsolato Valoti -.
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