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Valverde, condanna confermata: niente corse in Italia

Anche il Tas di Losanna riconosce l'inchiesta antidoping della nostra giustizia. Respinto il ricorso del campione coinvolto nell'Operacion Puerto. Il primo marzo nuova sentenza per sapere se la squalifica andrà estesa a livello mondiale, come chiuedono Wada e Uci

Il Tribunale per gli arbitrati sportivi di Losanna ha confermato la condanna inflitta dal Coni al ciclista spagnolo Alejandro Valverde per le corse organizzate su territorio italiano, aggiungendo che al momento continuerà a non avere validità negli altri paesi. Il TAS, al quale Valverde aveva presentato appello, non ha fatto altro che ribadire quanto già stabilito dalla sentenza del tribunale antidoping del Coni.
L'agenzia mondiale antidoping (Wada) e l'Unione ciclista internazionale (UCI) avevano chiesto al Tas di estendere automaticamente a tutti i paesi la squalifica italiana.
Al termine di tre giorni di udienze, il TAS ha quindi spiegato che al momento la richiesta di Wada ed Uci non era pertinente in quanto lo scopo di questa sessione era solo quello di analizzare l'appello di Valverde. Una sentenza definitiva verrà però emessa solo il primo marzo. Per la giustizia sportiva italiana, comunque, è una grande vittoria. Confermato e legittimato l'impianto dell'inchiesta che ha smascherato lo spagnolo.


Il vincitore della Vuelta di Spagna 2009, coinvolto nell'inchiesta antidoping spagnola Operacion Puerto, lo scorso 11 maggio è stato squalificato per due anni dal Coni per le corse su territorio italiano: il corridore si è sottoposto a trasfusione ematica, sulla base del confronto del Dna tra il campione di sangue prelevato durante la tappa italiana del Tour de France 2008 e quello contenuto in una delle sacche di sangue congelato ritrovate in possesso del famigerato medico spagnolo Eufemiano Fuentes.

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