Grandissimo Omonimo la cruna dell'ago della quale parla Gesù era il soprannome di una delle mitiche 100 porte di Gerusalemme prima della distruzione operata dai romani. Porta stretta, bassa, attraverso la quale un cammello passava solo con grossa difficoltà. Quindi ricchi nel regno dei cieli sì, ma se lo devono sudare, come da lei sostenuto. In ogni caso Gesù ha sempre suggerito al ricco di dare al povero, mai al povero di derubare il ricco. Circa Papa Bergoglio la mia adorata nonna Ida, veramente credente ma affatto baciapile, soleva dire nel suo simpaticissimo latino maccheronico: «Si cum Jesu itis, non cum jesuitis».Paolo LuchessaMilano Nonna sagace, caro Luchessa. Ora, però, le confesso una cosa: non sono né un «portista» né un «gomenista». Mi riferisco alla interpretazione della cruna (la porta stretta della quale lei dice) e del cammello-«kàmelos» che si vorrebbe gomena-«kàmilos» (ma poi, cosa cambia?). La metafora mi piace così com'è, paradossale, irrazionale. Quanto l'altra, proposta nel corso della terribile reprimenda a scribi e farisei: «Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!». Tornando a noi, cruna e quadrupede ruminante descriverebbero l'insormontabile se poi, letto lo sgomento negli sguardi dei discepoli, Gesù non avesse continuato: «Agli uomini questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile», sia far passare un cammello attraverso una cruna, sia entrare nel regno di Dio se ricco. Certo, il Vangelo è chiaro: a differenza della povertà, l'arricchire, il guadagno è una palla al piede lungo la strada che porta al paradiso. Però non mi pare condannato in sé, come sembrerebbe intendere Bergoglio.
Dei tre servi ai quale furono affidati i talenti, vennero premiati i due che li fecero fruttare. E condannato il «malvagio, infingardo e fannullone» che non li versò «ai banchieri e così, ritornando, l'avrei ritirati con l'interesse». Sbaglierò, ma ci leggo un encomio a quelle bestie nere dei capitalisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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