Con il Varese ci vuole più della Samp vista con il Sassuolo

di Piero Sessarego

Repetita iuvant»? Nella speranza che così sia una volta di più, vi ripropongo - riveduto e corretto - l'«incipit» del mio pezzo di martedì scorso. In prima serata di domani (ore 20.45), sul prato di Marassi, andrà in scena l'ordalia con il Varese. Arrivare alla finale dei play-off con la pagella macchiata dagli infiniti soprassalti patiti nella semifinale modenese col Sassuolo, perdipiù memori dell'1-3 recentemente fissato dalla «letio brevis» subita appunto dalla squadra di Maran, non è il massimo dei biglietti di visita che Iachini e discepoli potessero presentare. Tant'è che, stando agli inequivocabili effluvi tifoidei, reputo che resti alto il numero dei sampdoriani sul punto di farsela addosso. Ma allora vi dico: bando all'abusato aforisma sul viaggio a Roma e la visita al Papa, rirompete gli indugi e riempite nuovamente il Ferraris, rifate il tifo infernale che mercoledì scorso «costrinse» Sansone a farsi parare il rigore da Da Costa e «ordinò» a Eder e compagni di schiantare alla lunga il Sassuolo e vedrete che la Sampdoria, fatte smaltire agli elementi cardine le peggiori tossine fisiche e mentali, in qualche modo riuscirà ad avere ragione pure del Varese. Risultato «sine qua non» in vista del match di ritorno in programma all'Ossola alle ore 20.45 di sabato 9 giugno.
Ora però diciamocela tutta. Se davvero il patròn della Mapei che si sente «defraudato e preso in giro» decidesse di abbandonare il Sassuolo al suo triste destino non sarebbe per colpa dell'arbitro Tommasi (non ordinò lui a Boakye di spingere alle spalle Eder chiuso sul fondo da Piccioni, commettendo un fallo da rigore particolarmente stupido) bensì per una dose industriale di sfiga, che nel calcio ci sta. Però è vero che a Modena, per la Sampdoria, è stata una pena infinita. Pugilisticamente parlando, ai punti ha stravinto Pea, l'ex valoroso responsabile della Primavera blucerchiata che già nel corso della «regular season» aveva dimostrato di non nutrire il benché minimo complesso d'inferiorità (1-1 al Ferraris contro Atzori, 0-0 al Braglia contro Iachini). Ai punti, preciso, nel doppio confronto di semifinale play-off Pea ha virtualmente surclassato Iachini in 3 dei 4 tempi disputati. D'altronde, su Iachini che ha saputo abilmente sfruttare le fondamentali correzioni (Munari, Renan, Eder, Pellè) apportate a gennaio dalla dirigenza al claudicante organico, così io la penso: sarebbe vile non riconoscergli il grande merito di avere disinfettato e ricompattato lo spogliatoio, organizzato una squadra-base ben cementata sotto il profilo tecnico-tattico-psicologico, infuso in ogni discepolo un sano spirito di sacrificio; ma definirlo accorto decisionista in partita sarebbe francamente esagerato. Per me, Iachini merita dieci e lode in settimana, ma in tema di provvedimenti rapidi in panchina il 6 non lo raggiunge quasi mai. A Modena, avendo goduto in partenza di tutte le fortune del mondo (compresa la benevolenza del terremoto, con nuova scossa ritardata di 24 ore!) che gli hanno permesso di andare al riposo col miracolistico vantaggio di un gol, sotto l'imperversare dei Missiroli e Boakye, Sansone e Valeri, Longhi e Troianello ha atteso 22 minuti di troppo per sostituire il fantasma di Don Juan con il grigio ma corposo Soriano, 27 minuti per chiamare il solido Pellè al capezzale del moribondo Pozzi, l'intera ripresa senza riuscire a porre rimedio all'agonia difensiva del duo Munari-Rispoli al cospetto delle avverse incursioni patite fino alla nausea sul fondo difensivo di fascia destra.
Dice: contava solo andare in finale e in qualche modo (grazie Da Costa!) ci siamo riusciti.

D'accordo, ma caldamente mi auguro che domani sera - per arginare la verve dei Kurtic e Corti, Cacciatore e Zecchin, Grillo e Rivas, De Luca e Neto Pereira, Corti e Granoche, più le incursioni sui calci piazzati dei Terlizzi e Troest di turno - Iachini studi qualcosa di più e di meglio utilizzando i 14 elementi assolutamente più validi sotto tutti i profili, tecnico, atletico, caratteriale. Dai quali - giova ribadire allo stremo - l'allegro e civile strapotere dei tifosi fasciati di blucerchiato come bomboniere dovrà «pretendere» il di più.

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