Varese, l’assassino delle mani mozzate spiazza gli inquirenti: «Non sono stato io»

Milano Ha parlato per la prima volta da quando è in carcere. Prima Giuseppe Piccolomo, 58 anni, l’imprenditore edile arrestato per l’omicidio della pensionata Carla Molinari, uccisa nella sua casa a Cocquio Trevisago (Varese) e al cui corpo furono tagliate le mani, si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri Piccolomo è arrivato in tribunale a Milano con la giacca rossa che indossava il 26 novembre, quando fu fermato. Ai cronisti ha detto: «Certo che sono innocente!». È stato lei a uccidere Carla Molinari? «No», ha ribadito, alterato. Poi ha parlato coi magistrati.
I giudici del Riesame, ai quali Piccolomo chiede di essere scarcerato, dovranno anche valutare nuovi elementi portati dal pm di Varese Luca Petrucci, fra cui dei fotogrammi. Uno ritrae Piccolomo al volante della sua auto a 50 metri dalla casa della vittima verso le 15.10 di quel giorno, mentre l’indagato ha sempre sostenuto di essere stato a casa. A riprenderlo, le telecamere di una scuola. Sarebbe stato ripreso anche prima, alle 12.14, nel parcheggio del centro commerciale. Poi, stando ai fotogrammi, sarebbe uscito dal centro commerciale di Cocquio alle 13.15, per andare dal fratello. Le due figlie avrebbero confermato che è il padre l’uomo in tutti i fotogrammi.
Il traffico del suo telefono cellulare, inoltre, per il pm lo pone a Cocquio in quelle ore.

Il pm ha prodotto anche un nuovo riconoscimento fotografico da parte della donna che vide l’indagato, nel bar del centro commerciale, raccogliere mozziconi di sigaretta da un posacenere: almeno uno è stato poi trovato in casa della vittima. Nei prossimi giorni dovrebbe riprendere la ricerca delle mani di Carla Molinari nei terreni di Cocquio e Ispra, dove viveva Piccolomo.

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