Città del Vaticano - Riferendosi al recente battesimo di Magdi Cristiano Allam, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha spiegato oggi che "accogliere nella Chiesa un nuovo credente non significa evidentemente sposarne tutte le idee e le posizioni". "Magdi Allam - ha aggiunto - ha il diritto ad esprimere le proprie idee, che rimangono idee personali, senza evidentemente diventarei n alcun modo espressione ufficiale delle posizioni del Papa o della Santa Sede".
La posizione della Santa Sede In una lunga dichiarazione alla Radio Vaticana, padre Lombardi risponde alle osservazioni critiche fatte sul battesimo di Allam dal professor Aref Ali Nayed, portavoce dei "138 saggi" musulmani promotori di una nuova fase di dialogo con il mondo cristiano. "Questo itinerario - afferma innanzitutto il portavoce del Papa - deve continuare, è di estrema importanza, non va interrotto, ed è prioritario rispetto ad episodi che possono essere oggetto di malintesi". Quanto al significato del battesimo, padre Lombardi ricorda che amministrarlo ad una persona "implica riconoscere che ha accolto la fede cristiana liberamente e sinceramente, nei suoi articoli fondamentali, espressi nella professione di fede". "Questa - aggiunge - viene pubblicamente proclamata in occasione del battesimo".
Il libero arbitrio "Naturalmente - avverte padre Lombardi - ogni credente è libero di conservare le proprie idee su una vastissima gamma di questioni e di problemi di cui vi è fra i cristiani un legittimo pluralismo". "Accogliere nella Chiesa un nuovo credente non significa evidentemente - afferma il portavoce vaticano nel passaggio più significativo della dichiarazione - sposarne tutte le idee e le posizioni, in particolare su temi politici o sociali". "Il battesimo di Magdi Allam - continua - è una buona occasione per ribadire espressamente questo principio fondamentale. Egli ha diritto di esprimere le proprie idee, che rimangono idee personali, senza evidentemente diventare in alcun modo espressione ufficiale delle posizioni della Papa o della Santa Sede".
La risposta di Magdi Allam "Il mio è stato un gesto pubblico, ma non politico. E c’è una bella differenza". In un’intervista a Radio 24 Magdi Allam nega di aver compiuto un gesto dalla valenza politica e racconta i perché della sua scelta sottolineando di non amare il "politically correct". "Sono incredulo dall’atteggiamento di chi immagina che avrei potuto convertirmi al cattolicesimo pur salvaguardando una valutazione positiva dell’Islam - ha detto Allam - se considerassi l’Islam come una religione vera, buona, della moderazione, dell’amore e della vita non mi sarei convertito. Se l’ho fatto è del tutto ovvio che alla base c’è una valutazione negativa dell’Islam". Il vicedirettore del Corriere della Sera si dice "preoccupato per questa logica" che da un lato conferma "il dilagare del relativismo e dell’imporsi del politicamente corretto secondo cui bisogna mettere tutto e tutti sullo stesso piano e non bisogno criticare per non urtare la sensibilità altrui". Allam fa sapere di non rinnegare "totalmente il politicamente corretto" affermando "il mio sacrosanto diritto e dovere a esprimere ciò che penso". Nel corso dell’intervista Magdi Allam ha anche parlato del caso del deputato olandese Wilders e del suo film Fitna, criticato da molti per le possibili ripercussioni da parte dei musulmani: "Questa Europa si è ormai sottomessa ai taglialingue islamici e tende a censurarsi preventivamente per paura della reazione dei terroristi islamici. Chi oltraggia l’Islam non è un documentario, sono quelli che tagliano le gole, che si fanno esplodere anche nelle moschee, sono quelli che non esitano a usare il nome di Allah per massacrare indistintamente".
La moschea di Trento Sul recente caso di Trento e la polemica suscitata sulla raccolta di fondi da parte di alcuni frati per costruire un luogo di culto per la comunità islamica Allam è deciso: "Sono certamente contrario al fatto che alcuni religiosi cattolici si prodighino in prima linea per la costruzione di moschee. Io sono assolutamente favorevole alla presenza di moschee in Italia, intese come luoghi di culto. Però non possiamo non prendere atto che i protagonisti del terrorismo hanno avuto tutti un passaggio fondamentale nelle moschee dove hanno subito un lavaggio di cervello. Perciò dobbiamo assicurarci che le moschee non siano luoghi di indottrinamento al terrorismo". L’ultima considerazione di Allam è sulla sua "vita sotto scorta": "Mi ha costretto a domandarmi le ragioni profonde per cui l’estremismo e il terrorismo islamico mi hanno condannato a morte per le mie posizioni, che sono moderate.
Inevitabilmente nel momento in cui gli autori di questi efferati gesti affermano di farlo nel nome dell’Islam, sono stato costretto a riflettere sull’Islam come religione, ai dogmi, alla storia, alla vita e alle opere di Maometto e ho maturato una valutazione negativa dell’Islam come religione pur non avendo mai avuto la minima intenzione di criminalizzare i musulmani come persone che sono altra cosa rispetto all’Islam".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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