"Ci lascia fare". Ora un vescovo "inguaia" il Papa sulle coppie gay

Secondo il presule di Anversa, Francesco non si sarebbe opposto ad un documento dell'episcopato belga favorevole a benedire le coppie arcobaleno

"Ci lascia fare". Ora un vescovo "inguaia" il Papa sulle coppie gay
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Lo strappo tedesco sulla benedizione delle coppie formate da persone dello stesso sesso continua ad agitare le acque all'interno della Chiesa. Ma oltre alla Germania, c'è un altro Paese che vede la maggioranza dei vescovi schierati a favore della pratica bocciata dalla congregazione per la dottrina della Fede, ora dicastero.

La situazione belga

Prima del voto nell'assemblea di Francoforte dei delegati al Cammino sinodale tedesco, infatti, un passo in avanti sul fronte delle benedizioni delle coppie omossessuali era stato fatto dai vescovi fiamminghi già a settembre. In Belgio era stato pubblicato un testo dal titolo "​Pastoralmente vicini alle persone omosessuali; Per una Chiesa accogliente, che non esclude nessuno", valido per le Fiandre, che conteneva una sorta di liturgia per questa pratica ancora oggi vietata dalle disposizioni della Santa Sede.

Per motivare questo inedito via libera, nella dichiarazione si trovano ripetuti rimandi ad alcuni passaggi dell'esortazione apostolica Amoris laetitia del 2016. Quel testo - peraltro seguito da uno analogo per l'area francofona - portava la prima firma del cardinale Jozef De Kesel, arcivescovo di Malines-Bruxelles e presidente della Conferenza episcopale. Quest'ultimo, pur avendo superato la canonica età dei 75 anni, continua ad essere il primate del Belgio. Una sorte ben diversa a quella del suo predecessore, il conservatore monsignor André-Joseph Léonard di cui Francesco accettò le dimissioni già all'indomani del compimento del 75esimo compleanno e che non ha ricevuto la porpora a differenza dei suoi predecessori e del suo successore.

La rivelazione

Pochi mesi dopo la pubblicazione della dichiarazione, i vescovi del Belgio si sono recati in Vaticano per la consueta visita ad limina.

Contrariamente a quanto prevedibile, non c'è stata però alcuna tirata d'orecchie da parte della Santa Sede. Tuttavia, su quella visita è tornato nelle scorse settimane uno dei presuli presenti, monsignor Johan Bonny. Il vescovo di Anversa, come raccontato in Italia da Luisella Scrosati su La Nuova Bussola Quotidiana, ha detto che in quell'occasione il Papa avrebbe affermato - a proposito della decisione di presentare una bozza di rituale per le benedizioni arcobaleno - che “è la vostra decisione, lo posso capire”, limitandsi a chiedere ai vescovi se fossero tutti d'accordo e se stavano camminando insieme, incassando da loro un unanime "sì".

Monsignor Bonny non ha scelto un contesto a caso per fare questa rivelazione, ma ha voluto renderla pubblica durante il suo intervento all'assemblea del Cammino sinodale tedesco. Le sue parole sono state accolte dall'entusiasmo dei delegati che hanno votato a favore della delibera con cui il Sinodo ha approvato il via libera alle benedizioni delle coppie omosessuali .

L'assist ai vescovi tedeschi

La rivelazione del vescovo di Anversa non è passata inosservata nell'ambito dello scontro all'interno alla Chiesa universale dopo la decisione del Cammino sinodale tedesco. Non a caso, il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Georg Bätzing, ha rivendicato il voto passato con la maggioranza dei delegati spiegando in un programma televisivo che si è voluto dare un riconoscimento a una pratica che esiste già e lo ha difeso ricordando che la Chiesa in Belgio ha già discusso con Roma di questa possibilità.

Il chiaro riferimento era proprio alle parole di monsignor Bonny secondo cui Francesco non solo non avrebbe rimproverato i vescovi fiamminghi per il testo pro-benedizioni, ma avrebbe detto di poter capire la decisione in quanto fatta da loro. Il retroscena riportato dal vescovo di Anversa, oltre ad essere in evidente contrasto con il Responsum dell'ex Congregazione per la dottrina della fede, fa apparire l'opinione del Papa in contraddizione con quanto affermato anche di recente dal suo numero due, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin che aveva ricordato come "una Chiesa particolare, locale, non può prendere questo tipo di decisione che coinvolge la disciplina della Chiesa universale”.

In presenza di cardinali che hanno chiesto di punire i vescovi tedeschi che hanno votato a favore del testo sinodale che regolarizzava la pratica delle benedizioni di coppie formate da persone dello stesso sesso, la versione di Bonny rischia di produrre ulteriori scossoni all'interno della Chiesa universale.

Si vedrà se Francesco (o comunque Roma), tirato in ballo nel dibattito dal vescovo belga, smentirà la ricostruzione, stroncando in questo modo anche le speranze della maggioranza dell'episcopato tedesco.

Senza una smentita ufficiale, è possibile che i vescovi ed i cardinali che si sono scagliati contro il voto del Cammino sinodale tedesco torneranno a chiedere una presa di posizione netta da parte del Papa.

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