Vaticano

"Affidiamo nostro fratello al Signore": l'ultimo addio a Benedetto XVI

Tanta gente in una piazza San Pietro avvolta dalla nebbia. Funerale presieduto da Francesco, ma all'altare celebra il cardinale decano Re

L'ultimo addio a Benedetto XVI

Il freddo raramente visto quest'inverno a Roma si è fatto sentire questa mattina e la nebbia con cui si è risvegliata la capitale ha dato il benvenuto anche alle migliaia di fedeli in fila sin dall'alba nelle vie adiacenti a piazza San Pietro. In Vaticano è il giorno del funerale del Papa emerito, Benedetto XVI dopo tre giorni di esposizione della salma che hanno visto una straordinaria partecipazione di fedeli. A presiedere è il suo successore Francesco, mentre il celebrante all'altare è il cardinale decano, l'italiano Giovanni Battista Re.

Il suono delle campane di San Pietro ha preceduto l'approdo della bara di cipresso, chiusa ieri sera, sul sagrato dopo il trasporto dalla Basilica. L'arrivo della bara è stato accolto dall'applauso della piazza. A seguirla anche il suo segretario, monsignor Georg Gänswein e il resto della famiglia pontificia: le memores domini che lo hanno sempre assistito e la sua segretaria. Sulla bara è stato adagiato il libro del Vangelo.

Al termine della recita del rosario, sul sagrato è arrivato Francesco in sedia a rotelle e sulla piazza è calato il silenzio, dagli altoparlanti è stato richiesto di non alzare cartelli. Ad affiancare il Santo Padre c'era il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli. L'esecuzione del Requiem aeternam ha accompagnato la processione d'ingresso dei cardinali. In prima fila spiccava la figura del cardinale Joseph Zen Ze-kiun, ultranovantenne, sbarcato a Roma dopo l'ok delle autorità cinesi: il porporato è sotto processo ad Hong Kong per avere aiutato gli attivisti pro-democrazia. Zen ha commentato nei giorni scorsi la morte di Benedetto XVI definendolo ora un “potente intercessore in cielo”.

Ai varchi, ai fedeli presenti è stata consegnata dal servizio d'ordine una cartolina con l'immagine di Benedetto XVI risalente al periodo in cui era pontefice regnante. La Baviera, terra originaria ed amata dal Papa emerito, era presente anche nei costumi tradizionali e negli stendardi di diversi gruppi di pellegrini. C'è anche chi espone striscioni di ringraziamento in tedesco.

L'omelia del Papa


Francesco ha scelto un'omelia molto breve per ricordare il suo predecessore. Il nome di Benedetto viene pronunciato solo una volta, alla fine, per definirlo "fedele amico dello Sposo". Il Papa ha dedicato l'omelia alla dedizione. "

Dedizione orante, che si plasma e si affina silenziosamente - ha detto Bergoglio - tra i crocevia e le contraddizioni che il pastore deve affrontare e l’invito fiducioso a pascere il gregge".

Francesco è poi passato a descrivere la "dedizione sostenuta dalla consolazione dello Spirito, che sempre lo precede nella missione". Lo precede, ha aggiunto, in quella "pace dolorosa ma robusta che non aggredisce né assoggetta; e nella speranza ostinata ma paziente che il Signore compirà la sua promessa, come aveva promesso ai nostri padri e alla sua discendenza per sempre".

Senza nominare il suo predecessore, il Papa ha chiesto di "affidare il nostro fratello alle mani del Padre". "

Mani di misericordia - ha aggiunto Bergoglio - trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo, che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita".

Ricordando che:

"è il popolo fedele di Dio che, riunito, accompagna e affida la vita di chi è stato suo pastore" proprio "come le donne del Vangelo al sepolcro, siamo qui con il profumo della gratitudine e l’unguento della speranza per dimostrargli, ancora una volta, l’amore che non si perde".

Bergoglio ha parlato della "mitezza capace di capire, accogliere, sperare e scommettere al di là delle incomprensioni che ciò può suscitare", generata dal Signore.
Nell'omelia, il Papa ha anche sottolineato "la consapevolezza del Pastore che non può portare da solo quello che, in realtà, mai potrebbe sostenere da solo e, perciò, sa abbandonarsi alla preghiera e alla cura del popolo che gli è stato affidato". Un riferimento, forse, alla rinuncia del 2013 e alla vita di contemplazione a cui Benedetto XVI si era ritirato nel monastero Mater Ecclesiae.

Le grida della folla

Piazza San Pietro gremita nonostante il freddo ed il periodo festivo. Al termine della cerimonia, durante la processione dei cardinali che lasciavano il sagrato, dalla folla si sono levati forti applausi e le grida di "santo subito". Avvenne lo stesso per Giovanni Paolo II nel 2005.

Prima che la bara di cipresso venisse trasportata in Basilica, Francesco ha voluto omaggiarla sostando in piedi prima di adagiarsi sulla sedia a rotelle e lasciare la piazza. La bara di Benedetto XVI è stata accompagnata da monsignor Gänswein e dal resto della famiglia pontificia.

I precedenti

L'ultimo funerale di un Papa risale ormai a diciotto anni fa e anche in quel caso - le esequie di Giovanni Paolo II - a celebrare all'altare fu il decano del collegio cardinalizio che era proprio Joseph Ratzinger. Pur essendo la prima volta di esequie di un Papa emerito, non è la prima volta che un Papa assiste al funerale di un suo predecessore: nel 1802 toccò a Pio VII partecipare a quello di Pio VI con la messa celebrata dal cardinale Leonardo Antonelli con l'assistenza del resto del Sacro Collegio. In quel caso Pio VII si limitò a fare le cinque assoluzioni, mentre l'elogio funebre fu pronunciato da Gioachino Tosi, suo segretario per le lettere latine. Questa volta, invece, sarà Francesco a celebrare l'omelia per ricordare la figura di Benedetto XVI.

Concelebranti

Sul sagrato prevista la presenza di un centinaio di cardinali e quattrocento vescovi che hanno seguito le indicazioni dell'ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice per poter concelebrare la messa presieduta dal Papa. Per la concelebrazione c'è da segnalare anche il boom di prenotazioni da parte di sacerdoti di tutto il mondo: quasi quattromila i "fortunati" che stanno prendendo posto nel settore di piazza San Pietro riservato ai concelebranti.

Gli ospiti internazionali

Nonostante nei giorni scorsi la Sala Stampa della Santa Sede abbia fatto sapere che le uniche delegazioni ufficiali previste sarebbero state solo quelle di Germania ed Italia, la presenza di rappresentanti istituzionali provenienti da tutto il mondo è quella delle occasioni storiche. Infatti, oltre al presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai presidenti delle Camere - con Ignazio La Russa che ha dovuto rinunciare per un'influenza, sostituito dal vicepresidente Maurizio Gasparri - al presidente della Repubblica federale tedesca Frank-Walter Steinmeier e al cancelliere Olaf Scholz è attesa una nutrita schiera di presidenti e sovrani: il polacco Andrzej Duda, il portoghese Marcelo Nuno Duarte Rebelo de Sousa, la regina madre spagnola Sofia, i reali di Belgio Filippo e Mathilde, la presidente ungherese Katalin Novák. Sono stati giorni impegnativi per le ambasciate presso la Santa Sede chiamate a gestire un evento senza precedenti.

I controlli

Blindatissima l'area circostante piazza San Pietro con varchi di accesso predisposti nelle complanari di via della Conciliazione, in piazza Sant'Uffizio, largo degli Alicorni, piazza Pio XII, largo del Colonnato, piazza città leonina e via di porta Angelica. In quest'area, peraltro, è stato disposta dalla prefettura di Roma il divieto di vendita e trasporto di bevande in bottiglia.

Bandiere a mezz'asta in Italia

Oggi, intanto, la bandiera italiana ed europea è a mezz'asta in tutti gli edifici pubblici d'Italia su decisione di Palazzo Chigi. Analoga scelta è stata fatta dal governatore della Baviera, Markus Söder - presente oggi in piazza San Pietro - per gli edifici pubblici del Land originario di Joseph Ratzinger.

In Città del Vaticano, invece, quella di oggi non è giornata di lutto e gli uffici saranno chiusi solo in mattinata ma riprenderanno la loro attività alle 14.

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