
Sulla condanna a cinque anni e sei mesi per monsignor Angelo Becciu costata un Conclave si allungano le ombre di una macchinazione. Come aveva anticipato il Giornale lo scorso 7 maggio, c’è un’indagine aperta sulle vicende che hanno portato al cosiddetto “processo del secolo” legato allo scandalo dell'acquisto dell'immobile di Londra con i fondi della Segreteria di Stato vaticana per il quale il cardinale sardo è stato condannato per peculato e truffa senza essersi messo in tasca un euro.
Nel mirino del Promotore di Giustizia del Vaticano c’è Francesca Immacolata Chaouqui detta la Papessa, stretta collaboratrice di Papa Bergoglio condannata a 10 mesi per lo scandalo Vatileaks. È stato il Tg1 diretto da Gian Marco Chiocci a confermare che la donna è indagata per traffico di influenze per aver ricevuto del denaro da Genevieve Ciferri per subornare il principale accusatore di Becciu, monsignor Alberto Perlasca, ex braccio destro dell'ex sostituto della Segreteria di Stato.
Alla donna la procura vaticana contesta anche la falsa testimonianza in dibattimento e l’aver indotto altri testimoni a dare false dichiarazioni nel processo costato a Becciu la dolorosa rinunciare al Conclave.
La donna si dice "serena", il suo legale Giuseppe Staiano chiede "di potersi confrontare quanto prima con il Promotore di
giustizia per chiarire i fatti" ma a pesare sono le chat in cui emrergerebbe la macchinazione di Chaoqui, Ciferri e dello stesso Promotore di Giustizia Alessandro Diddi contro il prelato sardo, che nei giorni scorsi è stato ricevuto da Leone XIV