Dal Sinodo una spinta "arcobaleno"

Invito a sostenere giornate contro omofobia, transfobia e discriminazioni di genere

 Dal Sinodo una spinta "arcobaleno"
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L'invito rivolto ai vescovi a sostenere le manifestazioni contro l'omofobia, la richiesta di una maggiore attenzione alle vittime di abusi da parte del clero, l'impegno per la pace e contro il riarmo, e la richiesta di promuovere un approfondimento sul diaconato per le donne. C'è tutto questo nel documento finale dell'Assemblea sinodale della Chiesa italiana, approvato ieri con 781 «placet» su 809 votanti. Un testo - composto da 75 nuove proposte - risultato del cammino di quattro anni e che ha ricevuto l'ampio consenso dopo le tensioni dello scorso aprile che avevano fatto optare per il ritiro del documento e un nuovo studio. I partecipanti, tra vescovi, delegati delle Diocesi e invitati, hanno votato il testo preparato sulla base degli emendamenti emersi nel corso della seconda Assemblea sinodale.

Accoglienza è la parola chiave del documento, verso le persone Lgbtq e coloro che si trovano in situazioni affettive «irregolari» (divorziati risposati, conviventi, persone impegnate in un'unione

civile) con l'invito a parrocchie e diocesi a non discriminarle. «Le Chiese locali, superando l'atteggiamento discriminatorio a volte diffuso negli ambienti ecclesiali e nella società, si impegnino a promuovere il riconoscimento e l'accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, così come dei loro genitori, che già appartengono alla comunità cristiana», recita una delle proposte, seguita dall'invito alla Cei affinché «sostenga con la preghiera e la riflessione le giornate promosse dalla società civile per contrastare ogni forma di violenza e manifestare prossimità verso chi è ferito e discriminato: contro la violenza e discriminazione di genere, la pedofilia, il bullismo, il femminicidio, l'omofobia e transfobia». Ma nessuna «benedizione» al Gay Pride. «Circolavano sui social opinioni aliene come se la Cei si disponesse ad avallare manifestazioni del gay pride - ha chiarito immediatamente monsignor Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale - ma qui si intende l'adesione a giornate di preghiera e di riflessione, come ad esempio la giornata contro la pedofilia o contro il femminicidio e contro l'omotransfobia».

La proposta più contestata è stata quella sul diaconato femminile, che ha ricevuto meno voti favorevoli (625 sì, 188 no). Si chiede che «la Cei sostenga e promuova progetti di ricerca di Facoltà teologiche e associazioni teologiche per offrire un contributo all'approfondimento delle questioni relative al diaconato delle donne avviato dalla Santa Sede». Il Documento non ha eluso il confronto con una delle pagine più dolorose della storia recente della Chiesa: gli abusi in ambito ecclesiale. L'Assemblea sinodale ha ribadito che «molestie, abusi di potere, di coscienza e sessuali rappresentano una grave offesa alla persona, fatta a immagine e somiglianza di Dio, e dunque un tradimento del progetto del Creatore sull'umanità». La Chiesa «dichiara senza riserve il proprio impegno nella costruzione di una cultura di contrasto all'abuso».

Ora il documento sarà sottoposto ai vescovi che si riuniranno ad Assisi.

La scelta di rinviare a novembre l'Assemblea generale, originariamente prevista per maggio, ha rappresentato «un segnale di maturità - ha sottolineato il cardinale Matteo Zuppi - e di cambiamento nel modo di procedere della Chiesa italiana. Davvero possiamo dire che la logica del si è sempre fatto cosi non ha avuto la meglio».

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