È una storia iniziata 17 mesi fa, sulla quale il Consiglio di Stato si è pronunciato tre volte, le prime due rimanendo inascoltato. Se la legge come devessere, sarà rispettata, allora, il prossimo 17 febbraio, Velia Tessiore, dovrà essere reintegrata alla presidenza del comitato genovese della Croce rossa, carica che le era stata tolta in seguito a un ricorso al Tar vinto dallaltro candidato «trombato» alle ultime elezioni. Velia Tessiore conta 50 anni di volontariato attivo nella croce rossa genovese. Un curriculum che parla da solo. Ma, e qui casca lasino, la Croce rossa genovese è ricca, perché ci sono i finanziamenti i due fondazioni, una americana in particolare, che sostengono le attività di ricovero dei bambini malati e delle famiglie che si rivolgono al Gaslini, oltre che dellassistenza a donne e bambini maltrattati. Così quando la Corte dei Conti, due anni fa ingiunge al comitato centrale della Croce rossa italiana di colmare limmenso deficit del bilancio accumulato a causa di operazioni non oculate, il comitato centrale comincia a cercare denari dalle organizzazioni locali chiedendo un «contributo di solidarietà». Quando bussò alla porta di Genova le richieste furono elevatissime. «Dovemmo fare a meno degli autisti delle auto del 1008 - ricorda la signora Tessiore - lautoparco restò privo d questi dipendenti indispensabili per un servizio di vitale importanza. e solo per fortuna riuscii a sistemare altrove gli autisti precari». Ma il comitato centrale voleva il tesoretto, quello americano per intenderci. «Rifiutai, non solo perché sarebbe stato un reato, ma perché avrei i centro dospitalità sarebbero entrati in crisi». Dopo poco ci fu il rinnovo delle cariche istituzionali, e Velia Tessiore, nonostante non aspettasse più gli 80 anni, decide di scendere ancora in campo per i suoi bambini. «Vinsi contro un candidato che non aveva i requisiti, ma che subito ricorse al Tar dicendo che non potevo fare il presidente perché nel 2003 avevo pagato la quota associativa con tre giorni di ritardo... peccato che sono socia perpetua e che quindi verso il contributo solo come oblazione e comunque un socio ordinario secondo statuto deve essere espulso solo se non ottempera al pagamento neanche dopo un diffida con raccomandata».
A causa di un disguido Velia Tessiore non venne informata del dibattimento della causa che la riguardava e condannata in contumacia. «Ricorsi al consiglio di Stato e vinsi, ma la sentenza a me favorevole non fu eseguita dal commissario straordinario della Croce rossa.
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