Gianni Alemanno trova un difensore inaspettato in Walter Veltroni. È proprio lex sindaco di Roma ad entrare nella polemica suscitata dal primo cittadino di Parigi, Bertrand Delanoë, sui saluti fascisti allelezione del suo successore, per raccomandare che la collaborazione tra le due capitali continui come ai suoi tempi. «A fare quei saluti - scrive Veltroni al maire parigino - non fu il nuovo sindaco di Roma, così come credo sia importante ricordare che in questi mesi sono venute da quella parte - e mi riferisco a prese di posizione del presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini - espressioni di inequivocabile condanna del fascismo, di autentico rispetto e valorizzazione delle radici della nostra democrazia, che affondano nella Resistenza, nella guerra di Liberazione, nella Costituzione». Lex segretario del Pd sottolinea che quei saluti romani «hanno offeso innanzitutto la città di Roma, una città profondamente democratica e antifascista, che conserva intatta la memoria delle Forze Ardeatine, di via Tasso, della deportazione degli ebrei dal ghetto del 16 ottobre 1943». Le dichiarazioni di Delanoë certo si sono fatte interpreti del fatto «comprensibile» che «anche in Europa quelle immagini abbiano offeso profondamente la sensibilità di tanta parte dellopinione pubblica». Ma, per Veltroni, da qui a ritenerne responsabile Alemanno e trarne come conseguenza che i rapporti tra le due grandi città non potranno più essere gli stessi, ce ne corre.
Così, rinnovando al sindaco di Parigi espressioni di «stima e amicizia», scrive al suo ex collega: «Mi auguro che le tue preoccupazioni, nate per un atto di coerenza e amore verso i comuni valori di libertà e democrazia e i successivi chiarimenti intervenuti possano adesso lasciare il posto a un clima di comprensione e di rinnovata collaborazione tra i cittadini di Parigi e Roma».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.