Claudia Passa
Ci sono momenti in cui il silenzio è più eloquente di qualsiasi parola. È il caso del gelo «mediatico» che dal Campidoglio è calato in questi giorni attorno alla nomina di Giovanni Catanzaro a capo della Polizia municipale. Da Walter Veltroni, comunicatore per eccellenza, il «presenzialista» che non perde occasione per comunicare al mondo il suo compiacimento per le liete novelle e il suo cordoglio per lutti e disgrazie, cera da aspettarsi quantomeno un pubblico augurio di buon lavoro. Niente di tutto ciò. Nulla a che vedere con quanto accadde il 31 luglio di cinque anni fa, quando il sindaco, motivando la nomina del padovano Aldo Zanetti a capo dei pizzardoni di Roma, si dilungò nel decantarne doti e referenze. Di più: nellautunno del 2001, quando Zanetti arrivò nella capitale, Veltroni e lallora assessore alla Sicurezza Liliana Ferraro presenziarono allinsediamento in pompa magna del comandante venuto dal nord. Altri tempi. Lultima volta che Veltroni ha parlato pubblicamente di Catanzaro è stata nel 2002, quando il sindaco decise di trasferire dal I gruppo lufficiale appena diventato vicecomandante del Corpo. Poi più nulla, e quando negli ultimi giorni la sua «nomination» per la poltrona più ambita di via della Consolazione sè fatta largo tra le resistenze della maggioranza sindacale e di settori importanti dellamministrazione, dopo le prime indiscrezioni giornalistiche, il (solitario) annuncio trionfalistico diramato ai media lha firmato un sindacato autonomo e non il Campidoglio. Secondo la grammatica della politica potrebbe apparire come un segnale di scarso entusiasmo, se non addirittura come una presa di distanza rispetto ad una scelta che avrebbe poco convinto lo stesso inquilino di palazzo Senatorio. Ma questo non è dato saperlo, come non è dato sapere se Veltroni fosse a conoscenza e condividesse, il contenuto delle due interviste rilasciate due giorni fa da Catanzaro. Il quale a mezzo stampa ha fatto sapere che il sindaco se vorrà cambiare comandante prima della scadenza del mandato (fissata dallordinanza al 31 luglio 2009) dovrà revocargli lincarico, perché lui a firmare «dimissioni postdatate» (magari a fine 2007 come vorrebbero le indiscrezioni) non ci pensa proprio.
Come andrà avanti questa problematica convivenza sarà il tempo a dirlo. Intanto cè attesa per la nomina e la definizione delle deleghe dei due «vice» designati, Angelo Giuliani e Donatella Scafati. Atti formali non sarebbero ancora arrivati anche se la Prefettura, parlando di Giuliani, lo definisce già come «vicecomandante della Polizia municipale».
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