Veltroni e Rutelli: sì, vedemmo il presidente delle Generali

Sia il sindaco di Roma sia il leader della Margherita negano però che negli incontri si sia parlato dell’affare Bnl

Claudia Passa

da Roma

«E due». Insomma, chi diavolo ha incontrato il presidente delle assicurazioni Generali, così come segnalato da una confidenza del produttore Tarek Ben Ammar al presidente del Consiglio, e riferito da Silvio Berlusconi nella sua testimonianza resa davanti ai magistrati della Procura di Roma? Sì, insomma, chi ha incontrato Antoine Bernheim, chi ha cenato con lui? Uno, nessuno, centomila, sembrava. E alla fine - sembra per ora - si sono saputi «almeno due» su quattro dei nomi evocati, se si sta al pallottoliere tenuto da Paolo Bonaiuti. Berlusconi, infatti, aveva elencato quattro persone: Walter Veltroni, Francesco Rutelli, Romano Prodi e Massimo D’Alema.
La storia, che ormai sembra tingersi di giallo ogni minuto che passa, ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri, in una ridda di rivelazioni e dichiarazioni contrapposte, e alla fine ha trovato due conferme impreviste nelle parole degli stessi protagonisti, Walter Veltroni e Francesco Rutelli. L’antefatto è questo: due giorni fa il presidente del Consiglio ha riferito ai magistrati, in una dichiarazione spontanea, di presunti contatti - separati - di alcuni esponenti dell’Unione col vertice delle assicurazioni Generali, in occasioni conviviali con il numero uno del colosso, Antoine Bernheim. Oggetto degli incontri, secondo il premier, la scalata di Unipol alla Bnl di cui il colosso assicurativo detiene un’importante partecipazione.
Sull’ipotesi di «pressioni» dell’Unione affinché le azioni Bnl venissero cedute alla compagnia assicurativa delle cooperative rosse, la risposta dei leader del centrosinistra era stata una smentita totale. E ancora ieri, su La Repubblica, si poteva leggere un Massimo D’Alema quasi sdegnato nel dire: «Con il comunicato delle Generali per me il caso è chiuso». Dopodiché, ieri, la (doppia) novità. Dapprima le dichiarazioni mattutine di Walter Veltroni, che si autocertifica confermando l’incontro ma specificando: «Ho incontrato a cena Antoine Bernheim perché lui aveva piacere di conoscermi, ma non abbiamo parlato di questi temi», bensì di «argomenti generali», come «la governabilità...». Aggiunge il sindaco, seccato per la chiamata in causa: «Non ho parole, ed è difficile pensare che in un grande Paese democratico un primo ministro vada a raccontare chi vedono e incontrano gli esponenti dell’opposizione».
Veltroni parla prima della conferenza stampa di Berlusconi, ieri pomeriggio. Poco dopo il rilancio del premier («Confermo quello che ho detto») è arrivata anche la conferma (dell’incontro) da parte di Francesco Rutelli, che ha raccontato di un altro rendez-vous: «Come tanti protagonisti del mondo economico e sociale, ho incontrato mesi fa il presidente del primo gruppo assicurativo in Italia, le Generali, Antoine Bernheim. Figuriamoci se per dire cosa dovrebbe fare il Gruppo da lui guidato. Figuriamoci se per sollecitarlo a partecipare a una scalata bancaria su cui, come noto, ho sempre dato un giudizio negativo». Il presidente del Consiglio chiede di spiegare i motivi di quell’incontro, Rutelli dribbla le spiegazioni: «Quanto alle dichiarazioni di Berlusconi di oggi - aggiunge Rutelli - non capisco di cosa parli».
Per quanto resta ancora di oscuro sulla trama, le motivazioni e i ruoli nella vicenda, Palazzo Chigi continua a chiedere che anche Massimo D’Alema e Romano Prodi ammettano gli incontri rivelati da Berlusconi.

Il portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, in serata, ha persino diffuso una nota carica di entusiasmo: «E due! Dopo Veltroni, anche Rutelli ammette di aver incontrato Bernheim... Allora Berlusconi non è noioso, ma sta dicendo la verità...».

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