Cultura e Spettacoli

Veltroni fa il moralista: «La tv che regala soldi dà messaggi sbagliati»

«L’Italia è in emergenza», ma lui pensa ai giochini a premi. «Crolla il Pil, precipitano le esportazioni», ma lui sta lì a scanalare sul telecomando a vedere quanti soldi regalano Max Giusti e Raffaella Carrà. Walter Veltroni, ieri, tra uno strillo e l’altro contro il governo, ci ha infilato pure una rampogna per «certe trasmissioni televisive dove si possono guadagnare centinaia di migliaia di euro senza saper far nulla, mentre ci sono persone che non possono comprare un maglione». Aggiungendo che «trasmettono un messaggio sbagliato». Il che detto da uno dei protagonisti di quella intricatissima vicenda chiamata Villari che ha portato allo stallo della Tv pubblica, suona quantomeno stridente. Comunque, secondo il segretario del Pd, il Paese, specie in questo momento di crisi, dovrebbe trovare «la via della sobrietà, della solidarietà, che ha smarrito, uscendo dalla sbornia della carta di credito, la sbornia di un Paese che ha consumato senza poter pagare». In sostanza, secondo Veltroni, giochini come quello dei pacchi di Raiuno creano nella gente l’illusione che si può far soldi senza meritarselo. Con il sottinteso pensiero che siano state le tv private a fomentare una società tutta basata sull’apparenza e sulla ricchezza, che avrebbe contagiato pure quella pubblica.
Comunque, le parole del segretario hanno subito suscitato risposte piccate. Il primo a sentirsi chiamato in causa è stato il direttore di Raiuno Del Noce, sulla cui rete vanno in onda Affari tuoi, il giochino che da anni fa uscire dai pacchi milioni di euro (nei primi quattro mesi di questa stagione si è arrivati già a sette) e Carramba che fortuna, lo show della Carrà legato alla Lotteria Italia. Nonché L’eredità (che però è un quiz, quindi non dovrebbe rientrare nel mirino di Veltroni visto che i concorrenti devono saper rispondere alle domande). «Allora aboliamo pure l’Enalotto», ironizza Del Noce e magari «anche i compensi alti ai calciatori». «Questi programmi - aggiunge il direttore - aiutano a generare una ventata di ottimismo e speranza». Gli fa eco il conduttore dei pacchi, Max Giusti, che raccoglie un grande pubblico affezionato: «Sono deluso da queste affermazioni. Una moralizzazione io la aspetto e la cerco dagli uomini che abbiamo messo al Parlamento e che hanno invece ridotto l’Italia a situazioni come la monnezza di Napoli o il caos dell’Alitalia».
Anche Massimo Donelli, direttore di Canale 5, rete su cui va in onda il Grande fratello, il reality che raduna la gente comune senza qualità specifiche regalando al vincitore un premio finale, è intervenuto sulla questione. «I premi in Tv esistono dalle notte dei tempi, in tutto il mondo», dice. Anche se lui, un occhio alla difficile congiuntura l’ha dato. «Da noi quest’anno i telespettatori possono vincere buoni acquisti per fare la spesa. E abbiamo deciso di ridurre il montepremi del Grande fratello a 500.000 a 300.000 euro. E comunque bisogna sempre distinguere tra una tv commerciale come la nostra e la tv pubblica che gode del canone».
Appoggiano le idee di Veltroni invece Sandra Zampa, deputata del Pd, che sostiene che «bisogna riflettere sull’opportunità di veicolare messaggi tanto deleteri come quello che in fondo fare soldi facilmente non è poi tanto difficile» e Vincenzo Vita, sempre del Pd. La consigliera della Rai Bianchi Clerici pensa invece che il servizio pubblico «debba offrire tutto, dall’informazione all’intrattenimento puro».

Per chiosare, bisognerebbe ricordare che è lo stesso Stato italiano che indice una gara tra le varie reti per legare la Lotteria a una trasmissione televisiva. E, allora, da che parte bisognerebbe cominciare per frenare il moltiplicarsi dei giochi a premi?

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