Veltroni lascia e il Pd va alla deriva Ultimo sfregio di D'Alema: è assente

L'amaro sfogo di Veltroni: "Non ce l'ho fatta, scusate". Nel giorno dell'addio D'Alema non si fa vedere. Il derby infinito tra Walter e Massimo. Cacciari: "Franceschini reggente? Con lui un'altra legnata". Sabato l'assemblea costituente per decidere chi governerà la transizione. In pole position i soliti sospetti Ds: ma la base sogna il "nome nuovo". Un perdente perfetto: dì la tua sul blog

Veltroni lascia e il Pd va alla deriva  
Ultimo sfregio di D'Alema: è assente

Roma - E' un addio amaro, quello di Walter Veltroni. Nonostante dica di lasciare "sereno e senza sbattere la porta" il suo discorso è pieno di rammarico. "Sognavo un partito nuovo e aperto. Non ce l’ho fatta e chiedo scusa per questo. Sento di non aver corrisposto alla spinta di innovazione".  Tutto ciò è accaduto per un motivo, precisa, "ho seguito un riflesso antico che io considero un valore: il tentativo di tenere tutti uniti. Anche se poi, come spesso succede, non ci si riesce". E sul futuro apre ai giovani: "Penso che il passaggio dei prossimi giorni si dovrà accompagnare all’avanzare di forze e energie nuove, ad esperienze legate ai territori e ai nostri amministratori". E soprattutto: "Al mio successore non chiedete con l’orologio in mano di ottenere dei risultati perché un grande progetto ha bisogno di anni e non si realizza in quattro mesi". Veltroni biasima proprio quella "sindrome di logoramento" che ha portato a "bruciare molte leadership nel centrosinistra. Liberiamoci dalla logica che ci ha portati in sei anni a cambiare sei o sette leadership, mentre Berlusconi, se vincesse o perdesse, è rimasto al suo posto. Questa logica ci ha fatto male perché ha trasmesso un’idea di precarietà". Agli avversari interni la richiesta finale: "Non fate agli altri quello che è stato fatto a me".

Contro Berlusconi E' pieno di rammarico l'ex leader dei democratici. "Berlusconi ha vinto la battaglia dell'egemonia perché con i suoi mezzi ha stravolto il sistema dei valori e ha costruito un sistema di disvalori contro i quali bisogna combattere con coraggio" si lascia sfuggire. L'ultimo attacco all'avversario che, insieme ai contrasti interni, l'ha affossato: "Berlusconi ha stravolto i valori e costruito un sistema di disvalori contro i quali bisogna combattere con coraggio, va fatto un lavoro profondo nella società. Dire queste cose non è anti-berlusconismo, ma è esercizio della critica che in democrazia è un valore".

Messaggio al Pd Poi rivendica i suoi successi: "La vocazione maggioritaria del Pd è la cosa a cui tengo di più". Per Veltroni, l’obiettivo del Pd deve essere "conquistare la maggioranza dei consensi", una cosa che finora non è mai accaduta neanche quando si sono vinte le elezioni. Un obiettivo da raggiungere "ovviamente non solo con il Pd, ma certamente con una maggioranza riformista. Il Pd non deve essere il vinavil che tiene incollate cose diverse. Noi possiamo pensare di assemblare, ma la vera sfida è conquistare la maggioranza dei consensi. In Sardegna la differenza è aumentata ma è dal ’94 che non abbiamo mai avuto la maggioranza degli italiani mentre la sfida è diventare maggioranza nel Paese". Poi una sferzata al centrosinistra: "Bisogna eliminare i personalismi, basta con la sinistra salottiera e giustizialista, la sinistra dev'essere capace di recuperare il giusto rapporto con la vita reale dei cittadini. Serve più solidarietà tra di noi". Fa degli esempi del "masochismo" del Pd: "Se a un congresso di destra si attacca al sinistra si attirano consensi. E se a un congresso di sinistra si attacca la sinistra si attirano consensi.Bisogna stroncare questo meccanismo. Tornare a essere orgogliosi dei valori che ci tengono uniti". Quindi un messaggio a come si fa l'opposizione: "Serve un'opposizione riformista. Non serve urlare. Bisogna preparare un'alternativa, cambiare le regole del gioco. Essere anche duri, ma essere riformisti. Che sono sempre stati l'obiettivo dei conservatori". Quindi sul futuro si lascia sfuggire un: "Annaffiate e amate questa pianta. Non bisogna tornare indietro o il sogno svanisce". Confermando il proprio impegno: "Da una posizione molto discreta cercherò di dare una mano al progetto del Pd, che è stato la speranza e il sogno politico della mia vita perseguito con tetragona coerenza".

Franceschini reggente Il percorso più probabile per il dopo-Veltroni prevede una "reggenza" affidata a Dario Franceschini dall’assemblea costituente che si riunirà sabato e la conferma del congresso per l’ottobre 2009. Un’ipotesi che convince tutti, sostanzialmente, perché l’ipotesi delle assise anticipate viene giudicata irrealistica dalla maggior parte dei dirigenti Pd. Ma più d’uno, raccontano, al coordinamento ha accennato a una questione: va benissimo Franceschini reggente istituzionale fino al congresso. Ma se ha intenzione di candidarsi alle assise di ottobre il discorso potrebbe cambiare. Perplessità che attraversano sia l’ala rutelliana che, secondo quanto raccontano, altri esponenti ex dl come Rosy Bindi o Enrico Letta e che viene condivisa anche da parte di diversi ex ds, ma non da Bersani. Sull’ipotesi di affidare a Franceschini la gestione del partito da qui al congresso, passando per Europee e Amministrative, tutto il coordinamento si è ritrovato sostanzialmente d’accordo. Solo Giorgio Tonini, raccontano, ha provato a rilanciare l’ipotesi delle assise anticipate, stoppato però dallo stesso Veltroni che ha reputato impraticabile questa soluzione sia per motivi tecnici-organizzativi, sia perché "serve il tempo per una discussione politica vera". Del resto, Veltroni in conferenza stampa ha sostanzialmente illustrato proprio questo percorso: "Ho chiesto a Dario Franceschini - ha spiegato - di assumere le responsabilità che gli derivano dallo statuto, oltre che dal fatto di aver lavorato con me in questi mesi. Mi auguro che ci possa essere una soluzione all’assemblea costituente; poi ci saranno alcuni mesi per vincere le Europee e le Amministrative, e poi avremo il modo di fare un congresso vero". Franceschini avrebbe dato la sua disponibilità ad assumere l’incarico di reggente a patto che tutto il gruppo dirigente assuma l’impegno a sostenerlo durante questi mesi.

Berlusconi: "Pronto al dialogo" A chi gli chiedeva se avesse intenzione di concedergli "l’onore delle armi", il premier Silvio Berlusconi ha replicato: "Pensavo di telefonargli oggi pomeriggio, poi ho letto le sue dichiarazioni di stamattina e mi è passata la voglia". Il presidente del Consiglio ha, poi, aggiunto: "Sono fatti che non richiedono commenti perchè riguardano un’altra casa e io per abitudine non sono mai entrato nelle cose interne delle altre forze politiche". Non solo.

Il premier si dice pronto "a trovare degli accordi" con l’opposizione anche dopo l’addio di Walter Veltroni alla segreteria del Pd, assicurando di vedere favorevolmente il confronto anche con un altro interlocutore alla guida dei democratici: "Io mi auguro sempre che ci possa essere una opposizione con cui sia possibile confrontarsi e trovare degli accordi e quindi non cambio la mia posizione e il mio auspicio".

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