Veltroni al Prc: basta demagogia

da Roma

«Un voto bipartisan con chi ha posizioni razziste, mai» tuona da giorni il ministro alla Solidarietà sociale, Ferrero. E il no del ministro di Rifondazione Comunista viene girato dal suo partito a Walter Veltroni che da giorni dichiara che è necessario il dialogo con l’opposizione. Si alza così il tono della polemica tra alleati del governo Prodi, una polemica - precisa il segretario di Rifondazione - che viene fatta «non per vincere la nostra sfida per l’egemonia con il Pd ma è una precondizione della convivenza democratica». Il segretario di Rifondazione accusa il Pd «di non aver fatto argine alle culture xenofobe e razziste delle destre», e riferendosi ad alcune affermazioni di Veltroni nei vari programmi televisivi, spiega: «Se si assecondano queste spinte è sempre la destra a prevalere. Tra noi e il Pd ci sono differenze strategiche, ma non può accadere una deriva su questo terreno».
Continua a pensarla diversamente Walter Veltroni, che spiega che «in questa vicenda stanno riaffiorando dal passato atteggiamenti, sentimenti, parole che rischiano di fare molto male al Paese». E ribadisce la sua posizione: «Se si garantisce la compattezza della maggioranza e si dialoga anche con le altre forze politiche in un contesto in cui tutti sono responsabili e dicono cosa è realistico fare, sarà meglio», ma nello stesso tempo precisa che le correzioni (quelle volute da Rifondazione) non «modificano la sostanza dell’ispirazione del governo e se il consenso è più ampio è meglio». Veltroni non rinunzia comunque a dare una bacchettata agli alleati di Rifondazione, invitando tutti «ad approvare il decreto, in un contesto di responsabilità e a dire ciò che è possibile fare senza demagogia». Agli inviti di collaborazione inviati dal leader del Partito democratico all’opposizione risponde Sandro Bondi. Per il coordinatore di Fi sarà difficile «condividere le misure della maggioranza sulla sicurezza e sui rom, visto che di fronte al no di Rifondazione alle proposte della Cdl, Prodi ha preferito accettare il diktat della sinistra radicale contro la Cdl».

Per Antonio Leone, vicecapogruppo di Fi, quelle di Rifondazione «sono delle sberle pubbliche a Veltroni». «Il provvedimento è stato svuotato - sottolinea - ed è quindi del tutto inadatto ad affrontare una delle più gravi emergenze del Paese».

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