Veltroni, sindaco «presenzialista» ma non «presente»

Elezioni politiche ed elezioni amministrative: i due tempi della partita che Forza Italia gioca per conquistare il Campidoglio. Nell’immaginario collettivo dei romani il sindaco presenzialista ma non presente è naturalmente contrapposto, nella partita-Capitale, alla figura del premier che è anche leader di Forza Italia, ma che fino a qualche settimana ha quasi disertato le tribune dei media perché impegnato a lavorare per il Paese. È stato questo il tema principale dell’incontro del candidato sindaco di Forza Italia Alfredo Antoniozzi e del consigliere capitolino Fabio De Lillo con mille elettori ansiosi di dire la propria su cinque anni di amministrazione Veltroni. Una contrapposizione di cui è esempio la gestione dei funerali di Papa Giovanni Paolo II quando, come ha ricordato Fabio De Lillo, «in pieno allarme terroristico il Governo con la Presidenza del Consiglio, i Ministeri degli Interni, della Difesa e degli Esteri e la protezione civile ha garantito sicurezza e accoglienza a duecentocinquanta delegazioni estere e un milione di pellegrini, ma l’unico a vantarsi della gestione dell’evento e del mancato verificarsi di incidenti fu proprio il sindaco Veltroni». «Un sindaco – ha ricordato Alfredo Antoniozzi – che a parte appropriarsi di meriti solo marginalmente suoi, come la metro C e le altre metropolitane in arrivo a Roma grazie ai finanziamenti e ai tempi certi garantiti dalla Legge Obiettivo, ha investito risorse soprattutto per gestire la propria immagine e cercare il consenso con i moderni “circenses” dei concerti guardacaso al Colosseo, dimenticando il “panem” della buona amministrazione della viabilità, dei trasporti e dei servizi. Esemplare il problema della casa, un autentico dramma per migliaia di famiglie romane a cui il Campidoglio che pure sta per varare il Piano Regolatore risponde senza alcuna programmazione di edilizia popolare». «Quello del sindaco Veltroni è un castello di carte mediatiche che sta crollando perché i cittadini stanno trovando nelle battaglie di Forza Italia e della Cdl l’entusiasmo per reagire alla rassegnazione – ha affermato De Lillo – Forza Italia non è, come si dice, un partito verticistico ma un partito con un grande leader e una grande, grandissima base che è la maggioranza dei cittadini, i moderati.

Mille battaglie in Comune e nei Municipi della Capitale, dove per rispondere ai diktat capitolini i consiglieri azzurri hanno dato voce ai cittadini senza tessere e distintivi ignorati dalla macchina del consenso veltroniano, ne sono la prova più eloquente, perché nel nostro nome non c’è la citazione di un’ideologia o di un sistema politico o schieramento ma solo un’esortazione, “Forza”, ed un’intera nazione: Italia».

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