«Veltroni? Solo promesse»

Marcello Viaggio

Gremita d’auto bianche piazza Venezia, simbolo ormai della protesta taxi. «Credevano di avere a che fare con i soliti personaggi che al tavolo dei negoziati dicono sempre sì - tuona Carlo Bologna, rappresentante sindacale Ait -. Noi non ci possiamo permettere una doppia vettura, con un servizio doppio. Abbiamo messo sul piatto della bilancia tutto quello che potevamo mettere. Ora tocca al Governo». «Abbiamo proposto un turno aggiuntivo di sei ore - spiega Pietro Marinelli, Ugl -. Vorrebbe dire portare i taxi dagli attuali 6.000 a 9.700, ma non ci vengano a parlare di aumentare le licenze». Il sindaco Walter Veltroni in tarda mattinata invita le parti a riprendere le trattative. Ma il Governo non ha affossato proprio le proposte dei sindaci delle principali città? «I sindaci finora hanno inviato solo i loro emissari. Veltroni, se ci vuole veramente sostenere, deve uscire allo scoperto» taglia corto Bologna. «Le chiacchiere vanno col vento - aggiunge Marinelli -. Sono i fatti che contano». Problema liberalizzazioni a parte, a Roma che potrebbe fare Veltroni per i taxi? «Ci ha promesso 365 chilometri di nuove corsie - rispondono polemici i due sindacalisti - finora non abbiamo visto niente. È una vita che ci promette nuovi posteggi». Alle 17, alla ripresa delle trattative al Ministero partecipa a sorpresa proprio Veltroni. Il sindaco prima della riunione incontra una ventina di associazioni della categoria: «Lo abbiamo invitato noi - spiega Loreno Bittarelli, presidente di Radiotaxi 3570 e dell’Uri -. Se è così bravo a recitare un ruolo super partes, ci faccia vedere se riesce a far capire ai suoi amici al Governo quello che vogliono i tassisti». «Devono togliere però il cumulo delle licenze, altrimenti non c’è accordo» afferma Maura Tirillò, Fita-Cna di Roma. «Se la trattativa fallisce, bloccheremo tutta Roma» minaccia Davide Bologna. La tensione è molto alta. Da sinistra, intanto, continuano ad arrivare bordate di accuse. «Le proteste della corporazione dei taxi contro il sacrosanto decreto che liberalizza parte delle licenze, sono veri e propri sabotaggi alla vita quotidiana dei cittadini» polemizza Legambiente. «Lo sciopero selvaggio dei tassisti è interruzione di pubblico servizio, è grave che le autorità non siano intervenute per ripristinare la legalità» denuncia il leader socialista della Rnp, Donato Robilotta. Proteste anche dall’associazione Codici. E dall’Adoc, costola dei sindacati confederali. Ma la partita si gioca fra luci e ombre.

A denunciare l’atteggiamento «ambiguo del governo» è il commissario di An romana, Gianni Alemanno: «Dopo che il ministro Bersani e i sindaci delle principali città avevano aperto le trattative, queste sono state affidate a oscuri tecnici senza alcun profilo politico. La rottura era inevitabile».

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