Sempre meglio poco ma buono di un poco di buono. Certo che se si tratta di vino i conti, tra quantità e qualità, non tornano così facilmente. Al momento infatti di riempire le botti, la sorpresona: molte sono rimaste vuote. Quella del 2007 è stata la vendemmia più scarsa dal 1948. È record negativo per centomila ettolitri: 40,4 milioni sessantanni fa; 40,5 ora contro i 49,6 dellanno scorso (-18%). Inciso: nel triennio 2004/06, la media annua mondiale è stata di 300 milioni, dei quali 170 europei.
Che qualcosa tra le vigne non tornasse, in un raccolto anticipato per il gran caldo di inizio estate, lo avevano capito tutti perché poco sole poca crescita. Pioggia e grandine qua e là hanno fatto il resto, tanto che da 44 milioni di stima, si era presto scesi a 42. Ieri i dati forniti dallAssoenologi, ancora più bassi, con la Sicilia che piange per un raccolto minimo: -55% nel Trapanese. E dire che nel tempo la superficie vitata in Italia è calata drasticamente, ad esempio da un milione e 230mila ettari nel 1980 agli attuali 792mila.
Per fortuna tutti i produttori ci ricordano che quando sarà in vendita (non siamo ancora al novello, figuriamoci Baroli, Brunelli e Amaroni), sarà un signor millesimo che però rischiamo di pagare caro. I prezzi delle uve sono schizzati allinsù: rincari tra il 5 e il 35% al Nord e al Centro, tra il 5 e il 25 al Sud. Folle il dato del Prosecco: +120%. In Abruzzo +25/40 per cento per il Montepulciano e in Sicilia anche +35 per il Nero dAvola.
Tiziana Frescobaldi è contenta per la qualità e sui prezzi stempera i timori: «Nel mondo cè una sovrapproduzione di vino, aumenteranno solo le grandi firme e magari nemmeno loro». Allegra Antinori ha tirato un sospiro di sollevo: «Ci voleva una qualità finale così alta dopo un po di paura iniziale. Un consiglio? Puntare su Guado al Tasso».
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