Vendetta contro il pentito, feriti passanti

I killer sono entrati in un bar e hanno ucciso il fratello di un collaboratore di giustizia. La vittima non era legata ai clan e aveva rifiutato la protezione

da Torre Annunziata (Napoli)

Un’esecuzione spietata, che non gli ha lasciato scampo: è morto così, a Torre Annunziata, Alfonso Nasto, 39 anni, fratello di Aniello, collaboratore di giustizia affiliato al clan Gionta e poi dichiaratosi pentito un mese fa. La famiglia, secondo quanto si è appreso, aveva rifiutato il programma di protezione deciso dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
I due killer, a volto coperto, sono entrati in azione all’interno della caffetteria «Cristal» di corso Vittorio Emanuele poco dopo mezzogiorno.
Obiettivo dei raid omicida proprio il fratello del pentito che nei giorni scorsi, secondo quanto filtrato da ambienti giudiziari, avrebbe cominciato a fornire agli investigatori una serie di elementi chiarificatori circa fatti di sangue avvenuti a Torre Annunziata fin dal 2000. Alfonso Nasto è stato raggiunto da una pioggia di fuoco che lo ha ucciso sul colpo. Nel corso della spedizione punitiva, sono rimasti feriti il commesso del bar Francesco Scognamiglio, 25 anni, raggiunto di striscio al naso, e un 15enne che si trovava all'interno del locale ed è stato raggiunto da un colpo al gluteo sinistro.
I due feriti sono stati immediatamente soccorsi e trasportati all’ospedale di Boscotrecase, dove i sanitari li hanno medicati e poi dimessi giudicandoli guaribili in dieci giorni.
La vittima dell'agguato, secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, aveva precedenti penali per contrabbando di sigarette e non aveva legami particolari con la criminalità.
L’omicidio, quindi, sarebbe stato una sorta di avvertimento al pentito Aniello Nasto, una vendetta trsversale che porta con sé un messaggio chiarissimo.


Sul fatto indagano gli agenti del commissariato di Torre Annunziata, guidati dal primo dirigente Attilio Nappi e dal suo vice Donato Pepe. Il «Cristal» torna alla ribalta dopo quasi un anno. Il 12 dicembre del 2006, infatti, Natale Russo, 34 anni, già noto alle forze dell’ordine, fu trucidato all'interno del bar.

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