Vendetta di Diego e Giovinco: «Traditi dalla nuova Juventus»

È l’ora del lamento e della nostalgia. Mourinho sente che il «fado» lo rivorrebbe a Milano, parla con Moratti ogni settimana, il cuore è uno zingaro nerazzurro, un giorno, «chissà» direbbe Berlusconi, potrebbe tornare a mangiare il panettone e che panettone. Gattuso consiglia di venirlo a vedere, non in pescheria, ma in campo, ha fame e voglia di dimostrare di essere quello di prima, di sempre, di più, ora che il Milan sembra di nuovo grandissimo. Poi c’è Ibrahmovic che fa il furbo con Guardiola, lo chiama «il filosofo», sempre meglio che «mister» direi io, dice cose sgradevoli sul passato catalano, assicura di essere cuore rossonero, come era stato cuore blaugrana, nerazzurro, bianconero e biancorosso, un uomo, un campione, per tutte le stagioni. Mancano al suo album di figurine un club inglese, a scelta, tra Manchester e Chelsea, il Real Madrid e la collezione cardiologica sarà completa.
Poi ci sono quelli di Torino, anzi gli ex, sembrano stiano peggio degli operai messi in cassa da Marchionne. Dico di Giovinco e di Diego. Il primo è stato liquidato dopo qualche anno di promesse e premesse; nel suo piccolo, scherzi a parte, ha fatto vedere cose interessanti ma è stato bocciato perché non è un soldato obbediente, ha spirito individualista e poi, molesta, nel ruolo, sua maestà Del Piero. «Sono stato trattato come non mi aspettavo» ha detto Giovinco che a Parma ha già fatto i numeri da circo, scaldando il popolo dei tifosi. Diego ha aspettato qualche giorno e poi ha aperto la bocca triste per spedire parole pesanti all’indirizzo di Giuseppe Marotta, il quale, secondo il brasiliano: «Non ha ancora capito che cosa significhi guidare la Juventus. Mi ha tradito. Ha detto che sarei rimasto ma poi parlava con l’agente per vendermi. Lui punta sugli italiani ma l’Inter ha vinto senza gli italiani, la Juventus ha sbagliato campagna acquisti, sono arrivati tanti giocatori ma nessun campione. Io avevo detto loro che per me era un piacere giocare per la Juventus e loro, Delneri e Marotta, mi avevano detto che sarei rimasto, anzi che dovevo rimanere perché ero un giocatore importante. Hanno deciso di vendermi per 15 milioni e mezzo, hanno perduto 12 milioni in un anno, se a loro va bene così». Regista mancato ma ragioniere contabile.
Sia Giovinco, sia Diego hanno però evitato di ricordare le loro prestazioni nell’ultima stagione. Il brasiliano, soprattutto, dopo un avvio promettente si è immalinconito, ha sbagliato partite, passaggi, gol, non ha mai dato l’impressione di potersi rialzare se non nelle prime uscite di questa nuova fase. Ma il suo sfogo, accanto all’amarezza di Giovinco, si aggiungono al mormorio dei tifosi della Juventus che, tra siti internet, bar e ufficio, stanno sfogando la loro delusione rabbiosa. Quando Marotta, nell’intervista rilasciata ieri a Tuttosport e a La Stampa, dichiara di essere orgoglioso di avere tagliato 25 milioni di salari dimentica di citare i cognomi di chi ha proposto o ha accettato ingaggi così onerosi.

Non dico di Camoranesi o Trezeguet che comunque hanno dato nel tempo risultati e immagine alla squadra (3 scudetti e 2 supercoppe italiane per il primo, 4 scudetti e 2 supercoppe per il secondo, miglior realizzatore straniero della storia bianconera, oppure vanno cancellati i suoi gol come gli scudetti dalle maglie?) e sono stati liquidati come dipendenti qualunque e scomodi (già accaduto con Nedved), ma il contratto di Poulsen da chi è stato proposto e firmato? E quelli di Diego, di Thiago, di Cannavaro, di Iaquinta?
Non è il caso di lamentarsi, Diego e Giovinco, Ibrahimovic e Gattuso e, primo fra tutti, il vate di Setubal, continuano a divertirsi con un pallone. Come i bambini. Viziati.

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