L’altra sera ho conosciuto un venditore di sospiri. Per due ore ho assistito, estasiato, a uno spettacolo di sbuffi e refoli ad opera del professor Romano Prodi. Ogni volta che, durante la puntata di Porta a porta, veniva richiesto di una risposta, l’ex presidente della Commissione europea si esibiva in esalazioni che anticipavano le sue frasi. Sollecitato a illustrare le misure che applicherebbe all’Italia qualora fosse eletto presidente del Consiglio, Prodi dopo aver emesso un piccolo soffio ha mostrato un dépliant giallo come il Tir che lo ha portato a spasso per la penisola: 14 mezze paginette in cui è riassunto il Romano pensiero per far ripartire il Paese. Non sto a elencarvi tutte le mirabolanti proposte contenute nel fascicoletto color canarino, ma ne riassumo una che mi è parsa fondamentale, là dove spiega come ridurre i costi delle attività economiche: basta rimuovere inefficienze e sperequazioni del sistema Paese. Per il costo dell’energia, che è il più alto d’Europa, «si avvierà una politica che prevede la piena liberalizzazione del mercato, una politica di risparmio energetico, un grande programma di ricerca finalizzata sia al contenimento dei consumi che allo sviluppo delle nuove tecnologie».
Indotto a spiegare in concreto cosa volesse dire, il Professore ha detto che «nel programma c’è uno sforzo enorme per autonomizzarsi (la frase è sua, ndr)». Lo sforzo, otto righe, consisterebbe secondo quanto ha tentato di far capire Prodi in una doppia strategia: risparmio energetico e fonti alternative. In pratica: doppi vetri, isolamento, energia solare, elettrodomestici nuovi. Anche a lui scappava da ridere, tant’è vero che ha dovuto aggiungere: sarà ridicolo, ma c’è uno spazio colossale.
Neanche uno spiraglio invece per il nucleare. Il Professore ha spiegato che tutti i Paesi stanno chiudendo le centrali atomiche. Incalzato dalle domande, ha aggiunto che per produrre energia lui ha in mente di copiare i tedeschi, i quali hanno un «impiego del solare fortissimo, che consente la produzione del 4-5% dell’energia consumata». Per chiudere la partita, Prodi ha buttato lì che l’energia solare darà lavoro a 100 mila addetti. Così è fatta: l’uovo di Romano consente di creare energia e pure lavoro.
Peccato che i sospiri del Professore non corrispondano al vero. I tedeschi hanno sì installato milioni di metri quadrati di collettori solari, ma solo lo 0,25% del fabbisogno energetico teutonico viene dal sole. Il resto arriva dal nucleare (28%), dal greggio, dal carbone, da sostanze biovegetali. Che poi l’Europa stia abbandonando in blocco il nucleare è fantasia. La Francia produce il 78% della sua energia con l’atomo e sta per realizzare un nuovo reattore europeo, così come la Finlandia. Tony Blair ha sul suo tavolo un rapporto in cui si spiega che nuove centrali nucleari sono indispensabili. E anche quei Paesi che non hanno intenzione di costruirne di nuove, provvedono a rafforzare quelle vecchie, aumentandone la potenza: così è successo in Spagna, così accade in Svizzera, Belgio e Svezia. E negli Stati Uniti? Una serie di società si prepara a chiedere di costruire nuove centrali nucleari e perfino gli ambientalisti cominciano a ricredersi sull’energia proveniente dall’atomo.
Ma al venditore di sospiri questo poco importa, lui sa perfettamente che cosa serve all’Italia.
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