Politica

Vendola vuole unire i compagni: insieme da Di Pietro fino a Casini

Alla manifestazione di Sel contro il governo a piazza Navona, il governatore della Puglia richiama all'unità i compagni Bersani e Di Pietro e l'amico Casini. "Il cantiere dell’alternativa sia plurale e giovane". Poi attacca l'esecutivo e preannuncia che "l’autunno sarà incandescente" e che "noi dobbiamo essere dentro i movimenti". Infine ecco le sue ricette anti-crisi: patrimoniale e tassazione delle rendite finanziarie

Vendola vuole unire i compagni: 
insieme da Di Pietro fino a Casini

Nella Capitale va in scena il Nichi Vendola show. Dal palco di piazza Navona, parte il richiamo del leader di Sel: Bersani, Di Pietro e Casini, guardiamo avanti. Insieme, mettendo da parte ogni dissapore. "La parola "compagni" è bellissima e modernissima. Io la amo. Ma è ridicolo chiamarsi compagni e poi accoltellarsi alle spalle. Dobbiamo essere anche amici", ha spiegato in questo modo il suo pensiero, Vendola.

Il governatore della Puglia ha detto basta ai "miti del passato" e agli "amici" Bersani, Di Pietro e Casini rivolge l'auspicio "che il cantiere dell’alternativa sia plurale e giovane". Poi l'attacco nei confronti del governo: "L’Italia è fondata sul lavoro e non sulle truffe, sulle escort e sul malaffare. Hanno cancellato una storia lunga di un secolo del movimento dei lavoratori, loro che non hanno lavorato neanche un giorno nella loro vita".

Ma è a Casini che si rivolge soprattutto Vendola. "La politica non può essere complementare dei poteri forti. Lo dico a Casini che ieri ha detto che i 5 punti di Confindustria sono il banco di prova per il "nuovo Ulivo", che dobbiamo sposare la linea che chiede la macelleria sociale. Noi diciamo: ma non c'è mai il tempo della patrimoniale? Io non sono per demonizzare il sistema di impresa, molto più largo del recinto di Confindustria. Ma le imprese per crescere e competere hanno bisogno di manodopera e stabilita, hanno bisogno di innovazione". Insomma, Nichi Vendola non pone "veti" nei confronti dei moderati, ma non vuole neanche subirne. "Io propongo un allargamento, non ho mai posto veti sui moderati e sui centristi, ho detto che non li ponevo e che non intendevo subirli".

Per il presidente della regione Puglia, "l’unità delle forze di centrosinistra è fondamentale, anzi è la "precondizione" per costruire l’alternativa, ma sarebbe un errore pensare che il Nuovo Ulivo esaurisca le forze da coinvolgere. Guai a pensare a un "Nuovo Ulivo" dove siamo noi tre che ci riuniamo. Dobbiamo aprire le porte ai giovani, ai ricercatori, ai maestri, al mondo. Dobbiamo essere capaci di accogliere anche ciò che è diverso da noi. E a questo si arriva con le primarie".

Le primarie, ha proseguito Vendola, "non è un concorso di bellezza. Sono scelte culturali prima ancora che politiche". La stagione che si annuncia, ha poi ammonito, "sarà dura, l’autunno sarà incandescente. Noi dobbiamo essere dentro i movimenti, ma ricordiamoci che il conflitto è il lievito del futuro ma a condizione che non si cerchino scorciatoie di violenza".

Infine, Vendola ha esposto le proposte del suo partito per uscire dalla crisi. "L’alternativa deve basarsi su una strategia per uscire dalla crisi che preveda la patrimoniale e la tassazione delle rendite finanziaria.

Poi bisognerà puntare su una crescita sostenibile, socialmente ed economicamente".

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