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A Venezia 25 nuove licenze per «taxi d’acqua». Tutte a neoiscritti al Pd

Venezia avrà 25 «taxi acquei» in più. Una buona notizia, visto che erano dieci anni che non venivano rilasciate licenze. Unico neo: le nuove barche potrebbero tendere un po’ troppo a sinistra.
Il rilascio delle 25 nuove licenze approvato dal consiglio comunale veneziano il 12 ottobre scorso è stato infatti, come ha riportato il Gazzettino, al centro di un caso politico che ha scosso la quiete filosofica della giunta guidata da Massimo Cacciari. Tutto inizia il 21 luglio scorso, quando la sezione «Piave» del Pd di Mestre certifica in un colpo solo 31 nuove iscrizioni al partito. Delle 31 nuove tessere, 24 recano la firma di sostituti tassisti veneti, ovvero proprio quei lavoratori in attesa di una licenza. Ma le «coincidenze» aumentano: il 21 luglio era infatti l’ultimo giorno utile per iscriversi al Pd e avere anche il diritto di voto all’imminente congresso. E 19 di quei 24 aspiranti tassisti hanno puntualmente votato. E in quel circolo il candidato alla segreteria nazionale del Pd Pierluigi Bersani stravince sui rivali Dario Franceschini e Ignazio Marino.
Secondo il Gazzettino il collegamento tra gli aspiranti tassisti lagunari e l’esito delle primarie locali del Pd è nel fatto che nel municipio della Serenissima sarebbe stata proprio una cordata di consiglieri del Pd vicini all’ex vicesindaco Michele Vianello (un bersaniano doc) a spingere per l’incremento delle licenze. Un collegamento che oltre ai giornalisti veneti è risultato lampante anche all’opposizione in consiglio comunale, nonché agli stessi membri del Pd appartenenti alla fazione «Franceschini» o «Marino».

Valter Vanni, componente della commissione regionale di garanzia del congresso del Pd, dichiarerà pochi giorni dopo: «Questa storia configura un problema di credibilità nel partito». Lapidaria infine il commento di Cacciari davanti ai consiglieri della Lega Nord che minacciavano azioni legali al riguardo: «Si rivolgano pure alla magistratura, perché lo farei anch’io».

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