Venezia, paradiso di innamorati gay

Boom per "vacanze-omo" e "lesbo-travel": un business da 3,2 miliardi l’anno. Nella classifica dei centri più apprezzati dai turisti non eterosessuali c’è anche la Serenissima

Venezia, paradiso di innamorati gay

Chiamiamola pure vacanza «diversa». Cos’è, un viaggio avventuroso? No, ma è comunque eccitante. A patto però che la coppia sia formata esclusivamente da lui&lui oppure da lei&lei; mai da lui&lei o da lei&lui. Insomma, eterosessuali vade retro. Qui infatti parliamo solo di «ferie-omosex» e «lesbo travel»: un mercato di nicchia? Macché, un business da 3,2 miliardi di euro l’anno (pari al 7% del fatturato complessivo dell'intero comparto).

I dati, forniti da Ttg Italia, sono una miniera di curiosità. Un esempio? Venezia, la città-simbolo del viaggio di nozze, è diventata la meta preferita anche delle coppie formate dallo stesso sesso. La testimonianza lasciata nel libro degli ospiti all’ingresso dell’hotel da una coppia di ragazzi americani in «luna di miele» è tutta un programma: «Città meravigliosa e tollerante. Torneremo presto!». Che teneri...

La hit parade delle destinazioni europee più gay-accoglienti per il turista gay, l’ha stilata Tripadvisor, una community di turisti particolarmente attenta al comfort «gaio». Una speciale classifica dove a fare un figurone è l’hotel Ca' Dogaressa: «Un angolo da sogno nel cuore della Serenissima, affacciato sul Canale di Cannaregio», recita il dépliant pubblicitario.

Ma se l’hotel veneziano si classifica al quarto posto, quali sono i cinque stelle a salire sul podio gay? Medaglia d’oro per il Colson House di Brighton, in Inghilterra; medaglia d’argento per l'Hotel Sejour Beaubourg di Parigi, nella zona di Marais, una delle migliori per la movida e per i locali gay; medaglia di bronzo per l’Hotel Axel a Barcellona.

«Nel nostro Paese la sensibilità per la vacanza omo-friendly è appena agli inizi, ma l'interesse riscosso è significativo - si legge nell’ampio reportage che Repubblica.it ha dedicato al fenomeno -. Un trend inaugurato all'estero (guide come le Lonely Planet da anni hanno sezioni dedicate al loro interno) e sbarcato in Italia solo da poco». A drizzare per primo le antenne è stato il tour operator Quiiky Luxury, che - forte dell’esperienza dell'International Gay & Lesbian Travel Association - ha abbinato all’agenzia di viaggi on-line il primo magazine per gay e lesbiche che «vogliono divertirsi, viaggiando con stile».

Ma cosa spinge una coppia gay a prenotare una vacanza in strutture «gay friendly» o «gay only»? «Il bisogno principale di questo tipo di turista - spiega a Repubblica.it Alessio Virgili, direttore del brand Quiiki Luxury a Roma - è vivere la propria vacanza in una destinazione turistica o in una struttura in cui verrà accettato per quello che è, potrà essere se stesso o abbracciare il proprio partner senza che nessuno lo insulti. Esistono sicuramente Paesi in cui le leggi dello Stato, la religione o la cultura non accettano l'omosessualità oppure dove non esistono leggi anti-omofobe. In questi posti è sconsigliato avere atteggiamenti troppo espliciti ed evidenti in pubblico, ma non per questo non possono essere visitati».

Promemoria ad uso interno: mentre in Europa quasi tutti i Paesi si sono ormai dotati di leggi a tutela dell'omosessualità, in molti Stati arabi e asiatici la strada è ancora lunga. La riprova viene dai ritagli di giornali che raccontano le disavventure di «turisti omosessuali alle prese con situazioni di pericolo o addirittura finiti in manette». Gli addetti ai lavori ricordano bene il caso Dubai di due estati fa, quando un gruppo di 40 turisti stranieri, fu arrestato dalla polizia locale con l'accusa di «travestitismo». Meglio quindi stare alla larga da Dubai, ma pure da Egitto e Marocco. Tra i Paesi musulmani, infatti, solo la Tunisia si mostra più liberale, dove comunque è meglio scordarsi gli eccessi di Mikonos.

Assicurano gli esperti: «Anche la Cina, secondo gli operatori

turistici, non rappresenta una meta consigliata, mentre l'India si sta aprendo solo da poco. Nemmeno le Mauritius e Santo Domingo sono considerate mete gay-friendly a tutti gli effetti».
Quando si dice, la dura realtà.

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