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La Venezia «da salvare» si mette in posa

Nica Fiori

Non c’è dubbio che Venezia sia una città dal patrimonio artistico eccezionale, ma che, allo stesso tempo, rappresenti nell’immaginario collettivo l’idea della fragilità e della decadenza di tale patrimonio, da sempre alla mercé dell’azione distruttiva dell’acqua. Per questo motivo, da quando si è affermata l’idea di «bene culturale», si è sempre cercato di salvaguardare e di tramandare ai posteri le suggestive immagini di una città unica.
Una mostra fotografica dal titolo «Venezia: la tutela per immagini» viene ospitata fino al 19 febbraio 2006 presso la sede del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nella ex Chiesa delle Zitelle del Complesso di San Michele a Ripa (via di San Michele, 18).
Le fotografie, appartenenti alle collezioni della Fototeca Nazionale dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, sono ordinate e allestite nella mostra in sei sezioni. Con la loro straordinaria bellezza, ci raccontano la storia della città a partire dalla metà del XVII secolo; si tratta di una cronaca che ci permette di studiare lo status dei monumenti che a volte è decisamente cambiato ai nostri giorni per interventi antropici o eventi traumatici. Il percorso espositivo va dalla «Città per immagini», ovvero le riproduzioni dei più noti fotografi del passato, all’«Arte in guerra», che mostra gli sforzi fatti nel corso delle due guerre mondiali per proteggere le opere d’arte (tra cui i famosi cavalli bronzei di San Marco e il monumento equestre di Bartolomeo Colleoni del Verrocchio, trasportati all'epoca in altre città). Si prosegue con la «Memoria delle pietre», che documenta il restauro architettonico tra ’800 e ’900, per giungere ai «Depositi del sapere», quindi si affronta il tema del restauro delle opere d'arte e si finisce con i primi tentativi di diagnostica artistica.


Con questa mostra si vuole raggiungere l’attenzione e l’interesse del pubblico, nella consapevolezza che le fotografie costituiscano anch’esse preziose testimonianze da salvaguardare, in quanto strumenti di conoscenza fondamentali per lo studio della civiltà. Orario: da martedì a domenica, ore 10-18.

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