Un ventenne amico del figlio fermato per l’omicidio Bestetti

L’assassino di Rita Bestetti tradito da un’impronta digitale sporca di sangue. È stato così incastrato Daniele Pullano, 20 anni, incensurato, amico del figlio adottivo della vittima. Il ragazzo è stato fermato ieri pomeriggio dalla squadra mobile e sarebbe caduto in diverse contraddizioni fino ad arrivare a fare qualche parziale ammissione. Pur senza chiarire il movente.
Rita Bestetti, vedova da 4 anni, aveva tre ragazzi molto affiati, tanto che lavoravano insieme in un’officina meccanica. Due erano figli naturali, Omar e Igor, 38 e 36 anni, ormai sposati, e Alessandro, 28, che viveva con lei al terzo piano in via Pellegrini 28 nel quartiere Cantalupo, rione di case popolari. Il suo corpo era stato trovato lunedì 7 giugno alle 11 proprio dal più grande dei figli che l’aveva cercata la sera prima verso le 19.30 senza ottenere risposta. La mattina successiva lo avevano chiamato dalla cooperativa che serve pasti in una mensa dove la mamma lavorava per arrotondare: neppure lì si era vista. L’uomo era entrato in casa e aveva scoperto il corpo della madre in una lago di sangue. Più tardi il medico legale farà risalire la morte alla domenica pomeriggio e accerterà come l’assassino prima l’abbia colpita alla testa con un ferro da stiro quindi abbia vibrato una coltellata mortale alla gola. Il misterioso individuo aveva infine aperto il gas, forse nella speranza che una scintilla innescasse uno scoppio e distruggesse tutte le prove.
Le indagini si sono subito orientate nella cerchia delle amicizie. Primo perché la signora non aveva una doppia vita, amanti o «relazioni pericolose». Anzi veniva descritta come una donna sempre in ordine, allegra «La sentivo spesso cantare» puntualizzò allora una vicina, socievole, amante del ballo liscio. Secondo perché non c’erano segni di effrazione alla porta. Dunque Rita Bestetti aveva aperto alla porta al suo assassino perché lo conosceva e si fidava. Sul posto però veniva trovata un’impronta digitale sporca di sangue, poi confrontata con tutte le persone che frequentavano la casa. Confermata l’estraneità dei tre figli, tutti comunque con un alibi di ferro.
Alla fine ecco la compatibilità con un ragazzo di 20 anni del quartiere, dove viveva insieme alla famiglia, descritta da tutti come «per bene». Anche se lui, smesso di studiare, non si decideva ancora a trovare una sistemazione fissa. Frequenta la casa perché amico del figlio adottivo, con cui si attardava a giocare con la play station. Ieri pomeriggio è stato fermato e portato in questura. Di fronte alle contestazioni si è contraddetto più volte. Forse avrebbe confessato senza tuttavia chiarire il movente del delitto.

La rapina sembrerebbe esclusa: dalla casa, per altro modesta, non mancava nulla. Anche se forse il ragazzo potrebbe aver tentato un furto mentre la donna era distratta e, scoperto, abbia reagito in preda a un raptus omicida. Dettagli che solo Pullano potrà chiarire.

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