Ventucci (Fi): «Nucleare, capitolo da riaprire»

«Quelle di Aprilia e di Ponte Galeria sono proteste emotive. In Germania i termovalorizzatori sono in funzione al centro delle città»

Daniele Petraroli

Torna la questione nucleare al centro del dibattito politico. Promotore il senatore di Forza Italia Cosimo Ventucci che ha presentato un apposito progetto di legge ieri a palazzo Madama. «È ora che se ne torni a parlare anche perché al referendum del 1987 è stata data un'interpretazione sbagliata». Sono passati quasi vent’anni infatti da quando, l’8 e il 9 novembre 1987, l’80,6 per cento degli italiani disse «no» all’energia basata sull’atomo.
Senatore, per quale motivo ritiene che fu data un’interpretazione sbagliata a quel quesito?
«Perché il testo riguardava l’ubicazione di una sola centrale, quella di Montalto di Castro in provincia di Viterbo. Gli elettori dunque hanno deciso che in quel luogo non poteva esserci, non che non potesse esserci in tutta Italia».
Perché è così importante riaprire il dibattito sul nucleare?
«Nel nostro paese si continua a vivere un deficit culturale inaccettabile dovuto all’impressione che generò il disastro di Chernobyl. Consideriamo che tra 70 anni saranno esaurite le scorte di petrolio e gas e tra 300 quelle di carbone».
Non è possibile utilizzare forme di energia alternative?
«E quali sarebbero? L’eolica? Anche riempiendo di ventole Gaeta o Santa Marinella avremmo una produzione energetica dello 0,0 per cento. Stesso discorso per il silicio. La verità è che l’unica forma di energia utile è quella nucleare o, al limite, se ci si arriverà, quella a fusione».
E da dove bisogna ripartire?
«È il primo punto del mio pdl. Bisogna stimolare il dibattito sul nucleare utilizzando le eccellenze nel campo e incentivando la ricerca e la discussione su questo argomento. Bisogna dare grandi sovvenzioni agli atenei più importanti d’Italia, come la Sapienza per esempio. Poi bisognerà mettere insieme chi può operare in quel campo come la Finmeccanica, la Sogin o l’Enel e riportare il nucleare nel paese. Anche perché i temi sono lunghi. Iniziando ora potremmo avere la prima centrale operativa non prima di 15 anni».
E quali sarebbero i siti adatti?
«Ne avevamo tre prima di quello sciagurato referendum a Caorso, a Latina e a Trino Vercellese. Gli impianti sono ormai obsoleti ma forse i luoghi andavano bene».
Verdi e Rifondazione già protestano. Dicono che il vero problema sono le scorie radioattive.
«È falso, il governo Berlusconi aveva individuato un’area idonea a Scanzano Ionico dove nel sottosuolo abbiamo 300 metri di salgemma, calino e ancora salgemma, miscela che impedisce alle radiazioni di arrivare all’esterno. In più nel mio pdl ho già inserito il ministero dell’Ambiente in ognuno degli organi preposti alla realizzazione di questo progetto. Mi permetta di dire che è la solita ipocrisia di alcuni politici. A mio avviso è scandaloso, infatti, che non produciamo energia nucleare ma poi la compriamo in Francia. Scandaloso e antieconomico».
Cosa pensa invece delle proteste degli abitanti di Ponte Galeria per il termovalorizzatore e di Aprilia per il rigassificatore?
«La motivazione è la stessa che impedisce la costruzione di impianti nucleari.

Si tratta di reazioni dettate dall’emotività e dalla scarsa informazione. Basti pensare che i termovalorizzatori in Germania sono al centro delle città o che non esiste alcun pericolo diossina per le centrali turbogas».

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