La vera sfida si gioca sull’anidride carbonica

L’elemento discriminante per fare accedere o escludere un’auto dal beneficio degli incentivi governativi sono le emissioni di CO2. Anche se nelle città il problema maggiore è rappresentato dalle polveri sottili, che in passato hanno portato a giornate di chiusura al traffico, si è scelto di puntare sulla riduzione di un gas che è considerato tra i maggiori responsabili del riscaldamento del pianeta. Sono di conseguenza premiate le auto i cui motori hanno subito interventi tali da contenere i consumi di carburante, dato che esiste un rapporto fisso tra consumi di benzina o gasolio e produzione di anidride carbonica, chiamata anche biossido di carbonio. In tutto il listino sono 729 i modelli «convenzionali» che hanno diritto ai 1.500 euro di contributo, ai quali se ne aggiungono 223 bifuel a Gpl, 35 con doppia alimentazione benzina/metano e nove versioni ibride, contando tra queste la nuovissima Honda Insight, della quale è appena stato comunicato il prezzo di lancio: da 16.400 euro, anziché 19.900, grazie agli ecoincentivi.
Di CO2 si parla molto, ma non tutte le caratteristiche di questo gas sono note. Innanzitutto bisogna dire che non si tratta di una sostanza velenosa, ma di un composto gassoso che fa naturalmente parte della nostra atmosfera ed è prodotto da piante e animali, uomo compreso. Il biossido di carbonio è infatti il risultato della combustione in presenza di ossigeno, ed è un sottoprodotto della respirazione e della fotosintesi clorofilliana. Allo stato gassoso è utilizzato per rendere frizzanti acqua e bibite, ma si può trovare anche in polvere negli estintori e allo stato solido sotto forma di ghiaccio «secco» a temperature di oltre 70 gradi sotto lo zero. Bisogna sottolineare che è un gas inodore e incolore che, a differenza dell’ossido di carbonio non è tossico. Tuttavia non è respirabile, quindi può provocare la morte per asfissia, ma solo in caso di concentrazioni particolarmente elevate.
Da sempre è responsabile dell’effetto serra che possiamo definire positivo, poiché la concentrazione nell’atmosfera è utile per evitare il raffreddamento del pianeta e le dosi naturali sono state immesse nell’aria dalle eruzioni vulcaniche che hanno modificato la crosta terrestre in passato. Oggi è tuttavia importante mantenere l’equilibrio di questa concentrazione, che rischia di essere alterato da tutte le attività umane. Quello proveniente dal traffico privato incide solo in minima parte sulle emissioni italiane e di questo meno di un terzo è prodotto da auto e moto che circolano sulle nostre strade. Più pesante è la responsabilità di industrie e riscaldamento domestico, mentre in altri Paesi dosi massicce di CO2 derivano dalle centrali elettriche nucleari.


Gli incentivi che premiano soprattutto le auto che producono meno di 120 grammi per chilometro di biossido di carbonio non sono fini a se stessi, poiché rappresentano un passo verso le normative future che dovrebbero penalizzare, a livello europeo, i costruttori che nel 2012 avranno ancora in produzione veicoli con alte emissioni di CO2. Per i modelli non in regola, ed è piuttosto improbabile che le supercar possano rientrare, sono in arrivo pesanti sanzioni a carico del costruttore.

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