Verde di rabbia la sinistra meno Rossa

E in Regione grandi manovre fra Gente della Liguria e Margherita per la spartizione delle poltrone

Paola Setti

È il proporzionale, baby: la Pasqua 2006 vede due donne in lotta nel centrosinistra ligure. Non fanno finta di farsi gli auguri reciproci e non ritrarranno facilmente gli artigli. Perché qui mica è questione di «vinca la migliore». Qui c’è una legge elettorale che, giura Marco Boato il deputato dei Verdi che della commissione che la legge elettorale l’ha scritta ha fatto parte: «Non è che vada interpretata, va solo applicata: il seggio che si pensava spettasse a Sabina Rossa dei Ds in realtà è di Gabriella Badano dei Verdi».
Tutta «colpa» dei ricorsi della Rosa nel pugno. Spiega incontrastato Boato: «Alla Rosa nel Pugno spettano 3 seggi al Senato, uno dei quali conquistato in Liguria dalla lista “Insieme per l’Unione” a scapito del seggio erroneamente attribuito ai Ds». Perché nelle regioni in cui nessuna delle due coalizioni ha raggiunto il 55 per cento «la condizione per avere il premio di maggioranza è che almeno una delle liste della coalizione abbia raggiunto il 3 per cento. Quindi anche le liste che non lo abbiano superato devono concorrere all’assegnazione dei seggi».
Così. Le vacanze romane di Sabina Rossa, chissà se era un giro in avanscoperta per un futuro da senatrice, sono state guastate dalla telefonata dei cronisti: E adesso?. «E adesso cosa? Non so nulla». Nessuno l’ha avvertita, che il suo seggio è a rischio. Chi invece sa tutto, eccome, è Gabriella Badano, consigliere comunale a Imperia per i Verdi. E adesso? «Adesso si ricomincia a sperare». La presidente ligure dei Verdi Cristina Morelli l’ha messa in guardia, «non ci mettere su il cuore, aspettiamo il ricorso». Ma come si fa: «Già la notte elettorale, lunedì scorso, ero fra due fuochi - racconta Badano -. Da una parte le sorti della coalizione, dall’altra non riuscivo a venire a capo del mio caso: decine di persone, esperti e persino avversari, mi telefonavano per complimentarsi con me, sei senatrice mi dicevano. Poi però è passata la linea che dava il seggio ai Ds». Fino alle dichiarazioni di Boato: «Lì ho capito che forse ce la farò e, vede, sarebbe un doppio successo, perché io ero l’unica capolista donna, e non avrei neppure il trauma di lasciare a metà la classe elementare dove insegno, perché sto seguendo una Quinta». Parrebbe il destino, ecco, ma a deciderlo sarà la Corte d’Appello e non resta che attendere.
Chi invece il proprio futuro lo costruisce da sé è Giovanni Battista Pittaluga l’assessore regionale al Bilancio, l’uomo che gestì l’operazione della lista Gente della Liguria che alle elezioni regionali portò il 4,4 per cento di acqua moderata al mulino rosso di Claudio Burlando. Dopo mesi di attrito con la Margherita, che vedeva nel Professor G.B. un doppione fin troppo pericoloso al centro, i rapporti si son fatti idilliaci, una cena con Rosario Monteleone il segretario ligure della Margherita, un incontro con Francesco Rutelli il leader nazionale.

Gente della Liguria smentisce seccamente, ma c’è chi giurta che stia per confluire nella Margherita, magari per entrare con più forza nel gioco di spartizione delle cariche, non ultima la presidenza della Fiera di Genova. In pole position per quell’incarico ci sarebbe un grande amico di Pittaluga, l’avvocato Ernesto Lavatelli.

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