Il verdetto dell’Olimpico: c’è anche la Juventus

H abemus Juventus. Dovevamo attendere il primo incrocio impegnativo della stagione per dirlo, affacciati al balcone del campionato. Si può dare l’annuncio, qui dalla città santa e dallo stadio delle cento sfide velenose: habemus Juventus. Adesso lo sa anche la Roma di Spalletti, per la prima volta fermata sul pari, per la prima volta infilata la sua difesa dal serpente a sonagli Trezeguet (una palla sola giocabile, un gol) e dallo scatenato Iaquinta. Si regge su un paio di pilastri di cemento armato: Buffon, il più solido di tutti, il fiuto del centravanti francese. Del Piero viaggia sull’altalena, oggi in alto, subito dopo precipita in basso, Nedved, nell’inconsueto ruolo di centrocampista, si vede poco ma incide guadagnandosi (senza lucrare, è una notizia) il rigore fallito da Alex. Abbiamo la Juve allora ed è forse la scoperta più attesa e più importante della domenica. Anche se il costo del pareggio reale di ieri è eccessivo: rotto Andrade, il suo regista difensivo, in ribasso le azioni di Criscito scherzato da Totti sull’1 a 1, costretti a intervenire Legrottaglie e Birindelli. Avessero puntellato meglio il reparto, Cannavaro e Barzagli i nomi più gettonati sul calcio-mercato, avrebbe potuto competere già per il titolo. E invece a gennaio deve far ricorso alla bancarella di riparazione (con Boumsong fuori gioco è indispensabile) per rincorrere uno dei primi quattro posti.
La Juve c’è, per vincere lo scudetto bisogna fare i conti con lei. Lo sottoscrive la Roma, strepitosa primatista del torneo, disposta forse in futuro a pesare meglio le energie preziose da spendere tra Champions e campionato. Inutile illudersi sull’argomento. Anche a settembre, quando la condizione fisica è figlia delle prove ripetute, una dopo l’altra, per fare gamba e fiato, gli sforzi ravvicinati lasciano il segno e provocano black-out nella coda delle partite. Date un’occhiata distratta al Milan vanitoso di sabato sera: chiude stremato la prova contro il Parma. Lo stesso capita alla Roma, spolpata nei suoi esponenti più attesi. Perrotta sbaglia, davanti alla porta, un gol fatto. Chi vuole resistere, in alto, e per lungo tempo, deve provvedere al turn-over. Al triste elenco degli infortuni bisogna aggiungere Andrade e Cassetti. Altri due. È allarme rosso nel campionato.
Quando gioca la Roma è un incanto, una delizia per gli occhi. Non tutte le domeniche incrocia un mostro di portiere come Buffon che gli nega almeno altri tre gol. È il suo tesoro e su quello può investire serena, nonostante il primo pareggio. Ha una settimana impegnativa: prima la Fiorentina, mercoledì e poi l’Inter, sabato pomeriggio. Spalletti si attrezzi coi ricambi, ne ha a disposizione e anche di qualità: è questa la più importante risorsa rispetto al torneo precedente, la sfrutti a dovere. Roma-Juve finisce con un grande abbraccio, Totti consola Del Piero con un buffetto: sembra di essere tornati a un calcio d’antan. Pochi i cori all’arsenico, speriamo che duri.

Nella domenica delle tante x, il pareggio dell’Inter a Livorno riconduce alla fragilità nervosa (Maicon espulso) dell’ambiente, sotto pressione per la bastonata di Istanbul. Ibrahimovic tappa tutti i buchi, nel frattempo. Non può farcela, da solo.

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