La Verdi intona il Canto sospeso di Luigi Nono

Voci che si accavallano. Parole caricate di un peso quasi insostenibile. Un soprano si muove ad altezze siderali, sostenuto dagli echi di una celesta; spazi rarefatti. Tra le prime masse vocali e quel filo di voce femminile c’è un universo. Da scoprire.
Quando Luigi Nono compose «Il canto sospeso» (per la Liberazione e per il 20esimo anniversario della sua scomparsa l’opera verrà eseguita all’Auditorium Cariplo di largo Mahler, oggi alle ore 11 alla presenza del capo dello stato Giorgio Napolitano), aveva una trentina d’anni. Correva l’anno 1956 e quelle pagine lo resero famoso a livello internazionale. Capofila dell’avanguardia musicale del dopoguerra, «riuscì a coniugare la ricerca alla forza dell’espressione», spiega il direttore d’orchestra Francesco Maria Colombo, che si occuperà dell’esecuzione alla testa dell’Orchestra Verdi con il Coro Sinfonico di Milano diretto da Erina Gambarini; solisti Julie Moffat (soprano), Ethna Robinson (contralto) e Martyn Hill (tenore).
«Erano anni in cui si sperimentavano i linguaggi - continua il direttore -. Esiti nuovi e interessanti, ma in seguito anche critiche di troppa freddezza e cerebralità». Ma lui, veneziano doc, riuscì ad andare ben oltre, aprendo anche alle «emozioni». Altri passi in avanti, dopo la seconda scuola di Vienna. «E con il pensiero di Nono prima o poi hanno dovuto farci i conti un po’ tutti», conclude Colombo.
Non solo suoni però, anche testo e memoria. Le parole dell’opera noniana sono state tratte da lettere dei perseguitati europei del regime nazista: greci, bulgari, spagnoli, italiani. «Il capo dello Stato - dice Luigi Corbani, direttore generale dell’Orchestra Verdi -, ha accettato il nostro invito sia per il significato degli eventi per i quali è stato organizzato il concerto sia per il rapporto che lo legava al compositore». Nono e Napolitano, infatti, erano amici. Un legame che risale agli anni Sessanta, quando il presidente era responsabile della commissione cultura del Pci. Di questa antica amicizia si trovano «tracce» in un libro pubblicato da Olschki che raccoglie i carteggi del compositore. E stando a tempi più recenti, Napolitano nel marzo di tre anni or sono ha partecipato all’inaugurazione della veneziana Fondazione Nono, alla Giudecca, leggendo un messaggio in cui ricordava con affetto il musicista-amico «Gigi». «In autunno ci sarà un’esposizione», fanno sapere dalla Fondazione, già al lavoro per definire i termini di una mostra documentaria sull’opera «Intolleranza», che dovrebbe essere ri-eseguita nella città Serenissima nel 2011, a cinquant’anni dalla prima.

E a ricordare la figura del maestro ci sarà anche «Rotoclassica», programma di Radiopop in onda alle ore 22 del giovedì: per il 13 maggio è previsto uno speciale con le voci di alcuni personaggi che furono al suo fianco nelle avventure musical-sperimentali: l’architetto Renzo Piano, il compositore Giacomo Manzoni e il pianista Maurizio Pollini.

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