Giuseppe Verdi gran protagonista dell'estate savonese, con due tra le sue opere più amate da fior fior di intenditori e la speranza, nemmeno tanto peregrina, di un tutto esaurito per il Priamar, che da quattro anni ormai è sede della stagione «calda» dell'Opera Giocosa. «Otello» (29 e 30 giugno) e «Il Trovatore» (13 e 14 luglio), due gioielli del nostro repertorio d'opera che debutteranno nella fortezza sotto la direzione di due grandi maestri; Giampaolo Bisanti, reduce fra l'altro di da una brillante Boheme a Tel Aviv e Massimiliano Stefanelli, già noto al pubblico savonese per l'«Aida» che riaprì il Chiabrera alla sua città nel novembre 2005.
Tre concerti a completare la rosa dei titoli estivi: il primo, che inaugura la stagione (22 giugno), prevede un programma classico, con Riccardo Agosti al violoncello (concerto di Haydn) e l'orchestra del Carlo Felice diretta da Juanjo Mena; un concerto omaggio a Nino Rota (7 luglio) diretto da Giovanni di Stefano con il soprano Luciana Serra; e a chiusura degli appuntamenti (15 luglio), «Vedrai, Vedrai», omaggio alla canzone d'autore italiana da Tenco a Lauzi, con l'Orchestra sinfonica di Sanremo diretta da Roberto Mulinelli e il soprano Gabriella Costa. Se l'estate è all'insegna del popolare, l'autunno al Chiabrera ha invece forti tratti di originalità, di «nicchia», se vogliamo dir così: «Tutti in maschera», commedia lirica di Carlo Pedrotti dall'«Impresario della Smirne» di Goldoni manca dalle scene italiane dal 1866 e apre il cartellone (12 ottobre) in prima rappresentazione moderna con l'Orchestra di Sanremo diretta da Di Stefano (autore fra l'altro di una nuova edizione critica dell'opera). Segue poi l'«Orfeo» di Monteverdi (3 novembre), con strumenti originali e «Orfeo ed Euridice» di Gluck (9 novembre), due opere desuete, che premiano l'Opera Giocosa fautrice di programmi inusuali e poco conosciuti.
«Uno splendido accostamento - dice il direttore artistico, sempre il maestro Di Stefano - un parallelo tra i due Orfei, quello tragico e quello a finale lieto, che mette di fronte due perle di un repertorio davvero poco visitato; e interessante senz'altro anche il confronto tra strumenti d'epoca e strumenti moderni». La parola poi al presidente Tito Gallacci: «Siamo fieri della nostra stagione, come siamo fieri del nostro Teatro; abbiamo avviato importanti collaborazioni con enti musicali di rilievo e questo, oltre a farci piacere, ci ha recato un grande beneficio qualitativo ed economico, molte risorse sono state convogliate su Savona e ci hanno permesso di portare avanti una tradizione lirica che si stava perdendo.
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