Verdini: "Gianfranco ha tradito il patto con gli elettori"

Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, continua a chiedersi il perché di uno scontro così cruento.
Appunto, perché secondo lei?
«È una domanda che aleggiava durante tutta la direzione nazionale del partito».
S’è dato una risposta?
«No. Di fatto si è consumata una grande spaccatura».
Forse questioni personali?
«Forse. Ma non si coinvolge un partito e soprattutto un patto con gli elettori per delle questioni personali che devono restare fuori dalla politica».
E adesso?
«Adesso gli elettori sono disorientati. Abbiamo vinto le elezioni, ci hanno dato il mandato per cambiare questo Paese e ora vivranno con molto disagio. Che peccato. Non c’erano le condizioni né necessarie né sufficienti».
C’è il rischio che il Pdl da domani sia esposto alle imboscate della minoranza finiana?
«Spero che abbiano almeno il senso di responsabilità e che si sentano vincolati al programma per il quale sono stati eletti».
Fini e Berlusconi sembrano avere due visioni del partito e della politica sideralmente lontane.
«La verità è che l’elettore è molto più avanti della classe dirigente, si identifica nella leadership più che nel partito ma soprattutto ci vuole uniti».
Quanto si riuscirà a vivere da separati in casa?
«Di fatto tutti i nodi che ha posto Fini, ben presenti nella testa del premier, non sono stati sciolti e rimane l’incomprensione».
Fini ha ribadito che secondo lui c’è un deficit di democrazia nel partito.
«Più democrazia di così. Oggi l’hanno visto tutti che il partito è democratico. E poi c’è sempre stata: Berlusconi ascolta, valuta e poi decide. A volte contro la sua volontà».
Tipo?
«I casi di alcune candidature e l’alleanza con l’Udc alle Regionali».
Ragionamento che non ha convinto Fini. Perché?
«Forse per un malinteso senso di democrazia. E poi non partecipa alla vita del partito perché sta al piano nobile della Camera».
Altra critica finiana: il rapporto con la Lega. Quando gli è stato detto che alcune sue posizioni in materia di immigrazione e sicurezza hanno favorito il Carroccio è andato in bestia.
«Mi spiace ma è così. D’altronde la storia della destra democratica ha sempre puntato su alcuni valori che adesso Fini sembra aver abbandonato: il concetto di nazione, la sicurezza... ».
Niente sintonia neppure sulla supposta trazione leghista del governo?
«Ma se grazie a noi siamo passati dal “Roma ladrona” al “Roma capitale”... Di cosa stiamo parlando?».
Non è che Fini sia stato influenzato a dismisura da alcuni intellettuali alla Perina?
«Vivere in maniera culturalmente alta è una delle cose più belle del mondo ma c’è il rischio che ti allontani dalla quotidianità e dal rapporto con i cittadini e gli elettori. I quali dicono, giustamente, sempre la stessa cosa».
Ossia?
«Piove governo ladro. E il governo deve dare risposte. E noi lo stiamo facendo benissimo visto che gli italiani ci hanno premiati. Assurdo contestare tutto proprio adesso».
Dopo la vittoria elettorale?
«Capisco se avessimo preso una batosta alle Regionali ma è dal 2008 che vinciamo: province siciliane, Abruzzo, Sardegna, elezioni europee, elezioni regionali».
Sulle riforme condivise Berlusconi sembra aver aperto a Fini. È corretto?
«Le riforme istituzionali sono fondamentali, ma anche una palude dalla quale non si esce da 40 anni. Se si riescono a fare, bene. Altrimenti... ».
Altrimenti?
«Non sono una priorità per i cittadini e gli elettori, anche se spiace che non si possa parlare di maggiori poteri al premier perché in Italia esiste Berlusconi».
Anche Schifani ha lanciato un appello a Fini: «Se vuol tornare a fare politica lasci la Camera ed entri nel governo». Condivide?
«Non so se ha detto esattamente così. Certo, la scelta di Fini di guidare la Camera dei deputati lo vincola a un atteggiamento di terzietà. Ma in questo senso è il sistema italiano che non va».


Cioè?
«Soffriamo di provincialismo politico: all’estero i presidenti delle Camere non sono così neutri».
Insomma, a Fini questo Pdl non piace più ma resta dentro.
«Per Fini è una casa dove si sta male ma se si guardano gli elettori il Pdl è un albergo di lusso».

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