Leggi il settimanale

Verdini non ci sta: «Regia contro di me»

RomaSulla graticola da settimane, Denis Verdini sbotta: «Adesso basta! - scrive in un una nota il coordinatore del Pdl finito nell’inchiesta della cosiddetta P3 - . Da parecchi giorni le redazioni di tutti i quotidiani e delle agenzie di stampa sono in possesso di una chiavetta, altrimenti della pendrive, che contiene le oltre 14mila pagine dell’inchiesta relativa alla fantomatica P3». Verdini allude alla montagna di intercettazioni collegate all’ordinanza d’arresto per Flavio Carboni e Pasquale Lombardi, finite nelle redazioni di tutti i giornali. «Non voglio passare per stupido, illudendomi che esiste ancora il segreto istruttorio, diventato invece come l’araba fenice, allo stesso tempo non voglio non notare che le notizie relative alla mia persona vengono distillate giorno dopo giorno, quasi vi fosse una regia, facendo finta che si entri all’improvviso in possesso di nuovi elementi».
Insomma, uno stillicidio insopportabile e scorretto. Infatti, dice Verdini, «viene fatta una lettura assolutamente parziale e superficiale delle carte. Leggo per esempio da alcune agenzie le anticipazioni della prossima puntata di sospetti e veleni contro di me. Come se si trattasse di una novità, e non parte delle 14mila pagine ormai conosciute, salta fuori che la Guardia di finanza avrebbe avuto l’incarico di verificare l’esistenza di miei conti correnti presso l’Unicredit e altre banche, come se vi avessi nascosto un fantomatico tesoretto illegale». Un’accusa infondata perché il coordinatore del Pdl assicura: «Come ho già detto l’unica banca presso la quale esistono rapporti attivi e depositi è quella che presiedo, cioè il Credito Cooperativo Fiorentino». E anche sul presunto tesoretto: «Nessun misfatto: quei 2,6 milioni di euro sono soldi miei, frutto di sacrifici».
Con il coordinatore del Pdl nel mirino e il pungolo continuo di Fini, Berlusconi ieri è tornato a Roma per delle consultazioni a 360 gradi. A palazzo Grazioli sono sfilati alcuni finiani, Adolfo Urso in testa, emissari al lavoro per favorire un incontro tra premier e presidente della Camera, ma non solo. Altri pidiellini lo hanno infatti aggiornato sui rapporti mai interrotti con Casini. Esempio: l’accoglimento da parte della maggioranza di tutti gli emendamenti dell’Udc proprio al ddl sugli ascolti. I finiani lo hanno informato della volontà del presidente della Camera di un summit chiarificatore che, se ci sarà, avverrà ad agosto inoltrato con il tavolo sgombro da armi di ricatto, ossia ddl intercettazioni e manovra. Le richieste di Fini sono note: congresso il prossimo anno, azzeramento degli attuali triumviri, legittimazione della minoranza attraverso un vicecoordinatore a lui fedele. Margini di trattativa? Pochi: al premier interessa relativamente la questione dell’organizzazione del partito (anche se Ignazio La Russa ieri ha aperto: «Sì al coordinatore unico ma solo dopo il congresso che difficilmente si terrà prima del 2012»), quanto quella squisitamente politica. Vuole che Fini riconosca di essere stato eletto per attuare un programma quindi o ci sta o lascia. Sul tema legalità, a tutti il premier ha ripetuto: «non prendo lezioni da Fini né da nessuno. Non è ammissibile che si possa insinuare il dubbio di voler essere indulgenti nei casi comprovati di disonestà».
Poi, in serata, a una cena organizzata dal deputato questore Antonio Mazzocchi, Berlusconi ha ribadito la linea dura assicurando ai molti onorevoli presenti che «non ci sono trattative in corso con i finiani» e che occorre finirla con «il teatrino della politica che riempie le pagine dei giornali ma non interessa gli italiani». Insomma, l’atteggiamento del premier nei confronti di Fini non muta: o si adegua ai voleri della maggioranza o è fuori. Tesi, questa, che ripeterà oggi a un incontro con i big del partito a palazzo Grazioli. Berlusconi ha anche annunciato il proposito di passare le vacanze a Roma per rilanciare il Pdl e ha chiesto ai deputati di tenersi disponibili anche in pieno agosto per incontri o riunioni.
Altro nodo affrontato, quello delle intercettazioni. È chiaro che al premier il disegno di legge, così com’è, non piaccia. Tanto che qualcuno avanza l’ipotesi di una sorta di aborto, sebbene il Guardasigilli Alfano ieri assicurava che «vogliamo approvare il ddl prima delle vacanze estive».

Ma Berlusconi è deluso per la travagliata gestazione e per la metamorfosi che il provvedimento ha subìto negli ultimi mesi. Ai suoi occhi questo ddl non serve per cui, anche se deviasse su un binario morto, non sarebbe un dramma.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica