Fabrizio de Feo
da Roma
LUnione alza il muro. Respinge al mittente gli inviti alla trasparenza sullo scrutinio elettorale e decide di fare melina, resistendo alla pressione della Cdl, compatta nel chiedere anche alla Camera il riconteggio di tutte le schede bianche e nulle, come già deliberato al Senato.
Loffensiva va avanti per tutta la giornata e si risolve in serata con un nulla di fatto e con laggiornamento della decisione finale alla seduta successiva. Ma il dato politico è evidente: il centrosinistra non gradisce affatto la richiesta di riconteggio avanzata dallopposizione e continua a puntare sulla versione «minimal» dei controlli da effettuare a campione sulle schede bianche e nulle. Un percorso anomalo che creerebbe un doppio binario tra Palazzo Madama e Montecitorio.
La disfida sui controlli da effettuare sul voto dello scorso aprile viene aperta in mattinata dal presidente della giunta delle elezioni della Camera, Donato Bruno, che chiede listituzione del comitato di verifica nazionale per il controllo delle schede. LUnione, però, frena fin da subito e domanda il rispetto della procedura che prevede prima la presentazione, la discussione e lesame delle relazioni circoscrizionali e poi la decisione. Un modo per tirarla per le lunghe e procedere a verifiche sul 5%-10% delle schede nulle nelle varie regioni. Un campione evidentemente troppo ristretto affinché possano evidenziarsi anomalie degne di note. «Noi - annuncia il capogruppo in commissione di Forza Italia, Gregorio Fontana - continueremo a chiedere che venga adottata la stessa soluzione individuata dal Senato. Se Palazzo Madama ha deciso di ricontrollare tutte le schede bianche e nulle perché noi alla Camera dovremmo decidere diversamente?». I deputati dellUnione fanno subito sapere di non essere daccordo. Accelerare in questo modo i tempi non ha senso. Prima di tutto perché, spiega il capogruppo dellUlivo Donata Lenzi, «contare tutte le schede bianche e nulle una a una richiederebbe troppo tempo» e poi perché così facendo «si lancerebbe un messaggio di delegittimazione per lintero sistema elettorale». In più, ricorda, «il Senato ha disposto il controllo delle schede bianche e nulle solo in sette regioni».
Donato Bruno, a quel punto, propone di mettere subito ai voti della Giunta listituzione del Comitato di verifica nazionale che avrebbe sostanzialmente due compiti: rivedere «tutte le schede bianche, nulle e contestate e successivamente non assegnate» e ricontrollare le schede valide «previa loro acquisizione presso i competenti uffici giudiziari ove sono custodite». Per Emerenzio Barbieri (Udc) il lavoro del Comitato dovrebbe cominciare la prima settimana di gennaio per concludersi entro il 31 maggio 2007. Anche se il deputato della Rosa nel Pugno, Maurizio Turco, fa notare come lo stesso Donato Bruno avesse sottolineato «che si sarebbe dovuto procedere allesame delle schede a campione». E addirittura i Comunisti italiani rilanciano listituzione di una commissione dinchiesta sulle ore calde dello spoglio: unaltra richiesta che si inscrive nella strategia della dilazione a oltranza del controllo delle schede.
Alla fine della giornata il verdetto non arriva. Ma la Cdl non demorde e promette battaglia. «Dopo che il Senato ha deciso quasi allunanimità la verifica totale in 7 Regioni incomprensibile risulta il diverso atteggiamento dellUnione alla Camera» attacca Pierfrancesco Gamba, capogruppo di An in Giunta. «Insisteremo nella richiesta, vanamente reiterata per otto mesi, di verificare tutte le schede bianche e nulle a livello nazionale.
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