Non è certo contento di poter affermare «io lavevo detto», ma questa convinzione aumenta la sua amarezza. La previsione di Giuliano Gattorno, vice presidente del Municipio Levante con delega al litorale, è stata purtroppo confermata dalla mareggiata. Come aveva più volte ricordato, lintervento del Comune sulla spiaggia di Vernazzola si è rivelato assai dannoso anziché utile. Dalla mareggiata del 2000 i residenti e i frequentatori di una delle spiaggette più carattersitiche del levante genovese sperano di veder proteggere il loro litorale in maniera adeguata. Dopo il disastro di dieci anni fa la regione Liguria, con Sandro Biasotti e lassessore Franco Orsi, avevano avviato le procedure con il Genio civile opere marittime, per mettere in sicurezza la zona. «Era stato fatto un buon progetto, la Regione aveva già stanziato anche molti soldi - spiega Gattorno - Poi però tutto è passato nelle mani del Comune e a quel punto è stato tutto disfatto, per ricominciare daccapo, con un nuovo progetto».
È stata la fine delle speranze dei residenti e dei soci delle due società dilettantistiche che operano in zona, l«Urania» e la «Ciappelletta», che offrono uno scalo e un riparo a piccole imbarcazioni, a pescatori, e svolgono anche una importante funzione sociale. «È stato deciso di fare un ripascimento, di scaricare in mare 9.500 metri cubi di materiale proveniente da scavi, di roccia frantumata - continua lassessore municipale - Si tratta però di materiale con un alto peso specifico, che il mare non porta via e non riesce a ridistribuire sulla spiaggia». Nei fatti cosa è accaduto? Che lentamente lerosione delle onde ha trasformato questa ghiaia scaricata con oltre 100 camion in uno scivolo, in un trampolino sul quale i marosi si sono «arrampicati», arrivando a flagellare la costa con ancora maggior potenza.
«Quando avevo messo in guardia da un simile rischio sono stato accusato di fare terrorismo - si rammarica Gattorno - Anche lassessore comunale Roberta Morgano mi aveva zittito, dicendo che erano stati fatti accurati studi con simulazione in vasca». La natura ha voluto però bocciare gli esperti, ha dimostrato linfondatezza delle loro previsioni. «Anziché affidarsi agli scienziati - conclude amaro il vicepresidente del Municipio - a volte sarebbe meglio chiedere a chi conosce bene il mare, il territorio, le sue caratteristiche. Lesperienza è fondamentale. Così invece sono stati buttati via 250 mila euro e oggi contiamo i danni».
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