Verona conquista Lodi ma trema in Borsa

Gronchi fiducioso ma ora inizia il lavoro per convincere la città e i dipendenti

Massimo Restelli

da Milano

Terzo gruppo creditizio del Paese per numero di sportelli (2.183) e per clienti: 2,4 milioni. Quarto se invece si pensa a una capitalizzazione vicina ai 15 miliardi. Comunque pronto a creare nelle prossime settimane un grande polo bancassicurativo con Cattolica: all’indomani della decisione di Bpi di confluire nella galassia Bpvn l’amministratore delegato in pectore Fabio Innocenzi accompagna la comunità finanziaria tra le 31 slide che costituiranno la carta di identità della nuova «Superpopolare». Visto il voto capitario rimane lo scoglio delle assemblee dei soci previste entro febbraio, ma Piazza Affari ha già fatto i conti della fusione: Bpi ha guadagnato il 3,57% a 10,75 euro tra scambi monstre (è passato di mano l’11,7% del capitale) mentre Bpvn ha ceduto il 7,5% a 21,09 euro, colpita anche dai timori di Fitch e Standard & Poor’s.
Un giudizio netto su cui, oltre alla dinamica tipica delle scalate e alla mano degli hedge fund, avrebbero pesato anche i multipli «generosi» cui quotava Bpvn alla fine della scorsa settimana. Valori presi come metro di paragone della fusione che, dal punto di vista tecnico, prevede lo scorporo delle due reti e la creazione di una nuova holding le cui azioni saranno scambiate alla pari con i titoli Bpvn, sulla base di un rapporto di 0,43 a 1.
Nel comunicato delle due promesse spose questo intreccio valorizza Lodi 12 euro, ma ai valori di ieri scende a 11,3, di cui 2,2 in contanti legati al dividendo straordinario che sarà staccato dall’ad Divo Gronchi per un totale di 1,5 miliardi. Tra gli analisti rimangono anche dubbi sull’entità delle sinergie potenziali dichiarate dal gruppo (500 milioni entro il 2010), ma l’asse Lodi-Verona era quello per cui avevano spinto sia Bankitalia sia i grandi fondi di investimento cui fa capo l’80% di Bpi.
Il risultato sarà un solido aggregato finanziario (10% la quota di mercato nel Nord Italia) con un Roi, il parametro che misura il ritorno sugli investimenti, pari 11,9% e un Tier 1 pro-forma al 2007 del 6-6,5%, dopo oneri ante imposte una tantum per 300 milioni. «È un’operazione che ci porta nella serie A delle prime 30 banche europee» ha detto Innocenzi giudicando «perfettamente complementare» una parziale integrazione con Cattolica al punto che il dossier sarà analizzato anche da Bpi. Il banchiere avrà le redini operative del nuovo gruppo dove è prevista una governance alla tedesca simile a quella di Intesa-Sanpaolo: da un lato il consiglio di sorveglianza presieduto da Carlo Fratta Pasini con Piero Giarda probabile vice, ma saldamente in mano a Bpvn (12 posti su 20) dall’altro il consiglio di gestione che dovrebbe essere affidato a Divo Gronchi. Quest’ultimo si è mostrato entusiasta delle nozze, che accolgono sia le richieste del mercato sia quelle dei soci, dicendosi «fiducioso» che l’assemblea e i dipendenti le accetteranno. Il lavoro sul territorio è iniziato ma a Lodi (Giarda ha incontrato il sindaco) il clima rimane teso.

Come dimostrano i malumori emersi già domenica notte nel cda, costretto a tornare più volte sulla votazione per arrivare a una maggioranza schiacciante malgrado il summit organizzato a Verona da Innocenzi per convincere il fronte lodigiano (tra i presenti Enrico Perotti e Mario Minoja) prima desideroso di stringere un’alleanza paritetica con la Popolare dell’Emilia Romagna. Prospettiva poi tramontata sia per la stessa struttura dell’offerta di Bper sia per la capacità di rilancio di Verona. A patto che non torni in campo Bpm con il Crédit Mutuel.

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