Un’altra giornata di passione per Umberto Veronesi. Il candidato non-candidato del centrosinistra costretto a un’interminabile via Crucis dagli stessi partiti che ne dovrebbero sostenere l’assalto a Palazzo Marino. Dopo l’altolà del «margherito» Nando Dalla Chiesa, ieri ha incassato anche quello di Rifondazione comunista. Chiarissimo e messo per iscritto dal segretario Augusto Rocchi. Che, per non correre il rischio di essere frainteso, ieri ha inviato a tutti i partiti dell’Unione (o a quello che ne resta) una lettera con l’identikit del candidato del centrosinistra. Quattro punti precisi da cui risulta lampante che l’oncologo di fama non gli assomiglia nemmeno da lontano. Un documento che Rocchi chiede a tutti di sottoscrivere. «La candidatura - innanzitutto - non deve in nessun modo prevedere un conflitto tra gli interessi personali e la funzione che si dovrà svolgere». E poi «deve rappresentare l’Unione e non altri progetti politici di tipo “terzista” o “neocentrista” che una lista del sindaco potrebbe adombrare». Terzo, né per la candidatura né per la squadra possono essere prese in considerazione figure che abbiano svolto o svolgano ruoli per il centrodestra». E, infine, «la piena disponibilità a sottoporsi ad un percorso di verifica democratica, comprese le primarie, se il Cantiere le deciderà». Quattro paletti che, appare subito chiaro, mettono una pietra sulla corsa del luminare sponsorizzato ormai praticamente poco più che dai Ds. E, anche per questo, il rifondatore Rocchi chiede un chiarimento urgente all’interno della coalizione, perché «sarebbe assai grave trovarsi di fronte a scelte unilaterali di singoli o forze politiche rispetto ad ipotetiche candidature e squadre, senza un chiaro pronunciamento dell’Unione rispetto ai criteri e alle caratteristiche che dovrebbero ispirarle e senza nessun rapporto col percorso di costruzione programmatica deciso comunemente col Cantiere». Prosa non proprio filante per dire che no, Veronesi a Rifondazione proprio non va giù.
Applaudono i Verdi. «Le richieste che fa Rocchi sulle caratteristiche del candidato sindaco e sul percorso per individuarlo - assicurano il coordinatore Carlo Monguzzi e il portavoce Stefano Costa - sono le stesse che tutti i partiti dell’Unione hanno sottoscritto ormai da tempo. I Verdi sono dunque ovviamente d’accordo. Non solo ma domani (oggi, ndr) alle 14 l’Unione si ritroverà per stilare, ancora una volta, un documento assolutamente unitario e chiaro. Ogni candidato sindaco deve aderire al programma dell’Unione e quindi rappresentare l’Unione. In caso di più candidature sarà il percorso delle primarie a individuare il candidato migliore».
«Milano è un pezzo fondamentale del governo del Paese - ripete ancora una volta il leader dei Ds Piero Fassino -. Chi vuole governare l’Italia non può non governare Milano.
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