Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi, lente che organizza le fiere, un commento a caldo sulla dichiarazione dellad di Expo, Giuseppe Sala che sostiene che «Il concetto di orto non si addice ad Expo»?
«Io sono dellidea che il progetto deve seguire la realtà e non viceversa. Il tema di Expo è nutrire il pianeta energia per la vita. Noi viviamo in un mondo diviso in due: una parte ha il problema di nutrire il popolo, laltra che il popolo si nutre male. Lobiettivo di Expo è mostrare al pianeta come si può sconfiggere la fame nel mondo. La prima sfida di Milano sarà appunto questa: la forma quindi si deve piegare la contenuto, il progetto deve seguire la realtà».
Come si può tradurre questo discorso in pratica?
«Lesposizione universale dovrà mostrare dieci, cento, mille esempi per i paesi in via di sviluppo per sconfiggere la fame con le proprie forze, sul loro territorio».
Questo basterà a far venire a Milano 29 milioni di visitatori da tutto il pianeta?
«Venire a Milano significa venire in Italia, che è la realizzazione concreta dei temi di Expo».
Cioè?
«Italia sole pizza e mandolino: banalizzando, il concetto è questo. LItalia è uno dei paesi più belli del mondo, dove larte, il paesaggio, la cultura si fondono con la tavola. Venire in Italia vuol dire imparare la cultura della buona alimentazione, la dieta mediterranea, il valore dellarte e del paesaggio».
Quindi attrae di più una trebbiatrice a basso costo che una serra?
«Certo, lExpo di Shaghai è stato la passerella del regime, che ha voluto mostrare i muscoli al mondo. Il core business dellExpo di Milano è, invece, aiutare i paesi in via sviluppo a sconfiggere la fame. Quanti sanno, per esempio, che a Bari si trova il centro europeo di formazione agroalimentare? Un buon motivo quindi per venire in Italia potrebbe essere il simposio a Bari per far capire quanto sia importante la formazione in questo settore. Bisogna pensare a una campagna di marketing territoriale a partire dal core business di Expo».
Tornando al sito espositivo...
«Il problema sarà: sono in grado di esporre i contenuti? So dimostrare che la coltivazione del cacao, nei terreni attualmente coltivati a oppio è più vantaggiosa per la popolazione, muove leconomia del paese, rendendolo indipendente e permette di produrre cacao di qualità?».
Forse sarebbe stato meglio ripensare prima lallestimento del sito...
«Sala sta facendo il suo percorso, importante è non lasciarlo solo ma anzi collaborare con idee, progetti, invece di stare a discutere se sia giusto costruire un capannone o due».
Il tempo stringe e le aree non sono ancora state acquisite. Ieri il sindaco ha ribadito che lipotesi della newco non è percorribile, contraddicendo quanto detto il giorno prima. Intanto lAgenzia del territorio prende tempo...
«Bisogna definire qual è la vocazione del sito dopo Expo per potere attribuire dei valori. Io continuo a pensare che la soluzione sia un fondo etico, misto pubblico privato, che acquisisca i terreni con scopo sociale, che potrebbe essere un polo dellaccoglienza».