Versace volta le spalle al Cav: «Passo al Misto, sono deluso»

RomaHa consegnato la sua lettera di dimissioni dal Pdl a Fabrizio Cicchitto e Gianfranco Fini, poi è andato a Radio 2 per spiegare le sue ragioni alla trasmissione Un Giorno da pecora. Santo Versace dice di aver fatto, così, un regalo a Silvio Berlusconi per il suo compleanno. Ma il regalo è doppiamente avvelenato. Sia perché l’accompagna con un invito («A 75 anni è ora di andare in pensione. Ci vorrebbe un bel cambiamento: un governo di unità nazionale, che prenda i provvedimenti necessari a rilanciare il Paese. E a capo Mario Monti»), sia perché un voto in meno alla Camera pesa molto. E il presidente della famosa griffe di moda dice di non essere solo: «Se alle parole seguissero i fatti, almeno 15 persone lascerebbero il Pdl. Nessuno sopporta più Berlusconi».
Per ora, Versace va nel Gruppo misto, ma sa di essere molto corteggiato. E mentre dal Fli Nino Lo Presti si spertica in elogi e inviti, lui sembra guardare piuttosto all’Udc: «Chi si è sempre comportato in maniera splendida in parlamento -dice - è Pier Ferdinando Casini, non posso che fargli i complimenti. Ha sempre preso delle decisioni nell’interesse del Paese». Come dice di voler fare Versace, spiegando che se Bersani gli chiedesse di entrare nel Pd, gli chiederebbe «di farmi vedere il programma».
La crisi del deputato era nell’aria, mercoledì non era fatto vedere in aula per partecipare al delicato voto sulla sfiducia al ministro delle Politiche agricole. Anche questo, per Versace, è stato un regalo al Pdl. «Non volevo votare la fiducia - dice - a Saverio Romano. Non voglio accusare nessuno e spero venga assolto. Però i miei amici siciliani mi hanno detto: fai quello che faremmo noi, vota la sfiducia». Il deputato spiega che maturava «da tempo» la decisione di lasciare il partito. «A me piace lavorare, e nel Pdl non hanno bisogno di uno che lavora. D’altra parte io ho cominciato a lavorare solo nel 1950, si vede che ho poca esperienza rispetto a loro». In casa Pdl il suo addio viene commentato con parole al vetriolo dal sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro.

Ricorda che nel 2008 lui (coordinatore del Lazio) cercava un posto in lista per un giovane e capace imprenditore e non essendoci possibilità nella regione pensava alla Calabria, quando gli telefonò il premier per dire che lì c’era già Versace a cui teneva molto. «Berlusconi è così: generoso e lealissimo. Ora sarà amareggiato».

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