da Milano
La governance delle Generali va bene così comè. Almeno per il momento. Questo il responso unanime del consiglio di amministrazione del Leone, che chiude a favore del presidente Antoine Bernheim la partita aperta un mese e mezzo fa dallaffondo del fondo Algebris. Ma i giochi restano aperti per il banchiere francese che - riferiscono fonti a lui vicine - esprime la sensazione «di aver vinto una battaglia, ma non la guerra» contro chi, anche tra i grandi soci della compagnia, vedrebbe bene un suo passo indietro prima della scadenza del mandato al 2010. Del resto, lex partner della Lazard avrebbe descritto come «non entusiasmante» il clima in consiglio. Insomma, Bernheim ha guadagnato un po di tempo, forte anche del fatto che i soci hanno dovuto fare quadrato di fronte ai fondi-locusta. Ma proprio gli stessi soci che lo hanno confermato stanno cercando una via duscita dalla situazione attuale. E il rinvio ad aprile potrebbe dare loro il tempo necessario. Nel frattempo, il Leone tira dritto per la sua strada e fa muro di fronte alle critiche al modello di governo societario e ai vertici arrivate dal fondo guidato da Davide Serra. E a meno di un mese dallinsediamento, il comitato governance, istituito in aprile ma dormiente sino al caso Algebris, si è espresso mercoledì a favore della continuità trovando ieri in consiglio una condivisione «allunanimità». Lattuale struttura di governo societario verrà lasciata «inalterata», «tenuto conto dei positivi risultati sin qui conseguiti». Già al termine del consiglio, convocato a Milano sul budget 2008, Leonardo Del Vecchio, consigliere e azionista, ne aveva anticipato lesito: «Non cè bisogno di cambiare presidente», aveva detto.
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