I casi sono due. Il vertice straordinario dellUnione europea a Bruxelles lè tutto da rifare. Oppure la Liguria sarà libera di «disertare» la missione Onu alla frontiera fra Libano e Isralele. Lhanno presa come unonta gravissima, quelli del Movimento indipendentista ligure, la mancata convocazione degli amministratori liguri al tavolo decisionale internazionale. Perché, ecchediamine, possibile che il mondo continui a fare orecchie da mercante, ostinandosi a considerare 25 i Paesi dellUe? Sono 26, invece, perché «la Liguria è stata per oltre settecento anni una Nazione Stato sovrana e indipendente e detta indipendenza non risulta essere mai stata rinunciata in quanto la Repubblica di Genova non ha accettato le statuizioni del Congresso di Vienna del 1815 e non ha mai votato, a differenza di altre regioni italiane, alcun plebiscito per lannessione allItalia».
E sì che lo sanno tutti o quasi, segnalava il Mil ieri con un comunicato di fuoco. Lo sanno le istituzioni liguri, e per lesattezza ventuno Comuni, una Comunità Montana e due circoscrizioni che la «premessa storica» di cui sopra lhanno persino approvata. Lo sa persino un deputato Ds come Aleandro Longhi, che ha presentato anche una interpellanza parlamentare nella quale ricorda la «mozione storica» e dice: «La perdita, illegittimamente subita, dellindipendenza di un popolo (in questo caso di quello ligure), dei suoi valori e della sua civiltà è inestimabile e non risarcibile se non con il ristabilimento del diritto leso». Comunque, dovrebbero ricordarlo la Regione, che la «premessa storica» non sè ancora decisa ad approvvarla. E leuroparlamentare Ds Marta Vincenzi che, avverte il Mil, quale unica ligure in Europa «prima di correre per le primarie come sindaco di Genova dovrebbe almeno sollevare il caso Liguria al parlamento europeo».
Ecco. Lappello è ai politici liguri, che si facciano sentire in quel di Bruxelles, e conquistino per la Liguria il ruolo di Nazione indipendente.
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