Politica

Vescovi, politici e imprenditori: tutti gli uomini della galassia Cl

Formigoni e il Patriarca Scola sono due nomi storici del movimento. Tra gli amici Giuliano Ferrara e il ministro Pisanu, a sinistra Bersani e Letta

Massimiliano Lussana

Chiedere a un ciellino, qualunque ciellino, una mappa del «potere ciellino» è un gioco che ti porta a imbatterti, al primo posto della squadra degli amici del movimento, nel Padreterno: «Lo sentiamo molto vicino a noi, ha caratteristiche perfette per noi ciellini», dicono. Autoironici, ma fino a un certo punto. E, in immediato subordine, al Papa: «Poi, certo, abbiamo Papa Ratzinger che è dei nostri». Lo dicono e non sono battute, li sentono davvero come due di loro.
E quindi - in concomitanza con l’avvio del Meeting di Rimini, mentre ancora i volontari stanno battendo le ultime assi e si attende Paola Saluzzi che modererà l’incontro di apertura sullo sport con Deborah Compagnoni e Antonio Rossi - la mappa del «potere ciellino» proviamo a farla davvero, con una premessa metodologica indispensabile: la parola «potere» va intesa nel senso che don Giussani ha saputo dare alla parola. Potere è aiutare ad evangelizzare, soprattutto gli ambienti «lontani e scristianizzati, dove sono in gioco i principi fondamentali dell’uomo e della convivenza sociale». Oppure, «potere» è cercare la Bellezza ovunque si possa cercarla. O, ancora, «potere» è lottare per la libertà di educare, oppure per rendere sempre più profittevole il no-profit, quasi con un ossimoro di parole.
Fatta la premessa, la mappa del «potere ciellino» non può non partire dal potere vero, quello di Cielle in senso stretto: don Julian Carròn, successore di don Gius alla giuda della «Fraternità di Comunione e Liberazione», che è un po’ il punto d’unità del movimento, e ovviamente Giancarlo Cesana, che è laico, ma che comunque è uno dei fari religiosi di Cielle, l’uomo che fra l’altro è stato capace di creare un rapporto forte con il presidente del Senato Marcello Pera: un rapporto che va oltre la politica e che è nato e cresciuto su altri terreni e sui valori. Non è un caso che l’incontro clou di oggi veda sul palco alle 17 proprio Pera e Cesana.
Poi, ovviamente, sempre in campo religioso non si può prescindere dalla Cielle con la tonaca e la porpora: il patriarca di Venezia Angelo Scola, cardinale e ciellino, è stato a lungo fra i papabili ed ha una forte carica carismatica. Così come gli altri eredi di Giussani nella Conferenza episcopale italiana, che portano le parole del Gius scolpite nel cuore e nelle rispettive diocesi: monsignor Luigi Negri, uno dei più dolci lettori dei libri del fondatore del movimento nelle scuole di comunità, è vescovo di Montefeltro-Urbino; don Giancarlo Vecerrica, invece, si occupa delle anime della diocesi vicina, quella di Fabriano-Matelica. E non mancano anche vescovi in missione, soprattutto in Brasile, come Giancarlo Petrini a San Salvador di Bahia; Filippo Santoro ausiliare a Rio de Janeiro e Giuliano Frigeni, vescovo di Parintins.
Dai ciellini impegnati nella religione a quelli impegnati nella società, il passo è breve. E non può che partire dal doppio binario dato all’impegno ciellino nell’Economia e nella Politica, nel senso alto della parola: da un lato le aziende della Compagnia delle Opere sono gestite da Raffaello Vignali che ha preso il timone della presidenza della CdO da Giorgio Vittadini, passato a guidare la Fondazione per la sussidiarietà, quasi un pensatoio di tutti i pensieri laici. In questo modo, sia le imprese sia i pensatori hanno più libertà di movimento e Vittadini, fumantino di carattere, può arrabbiarsi e diventare rosso più facilmente, per esempio quando fa la battaglia sulla rendita.
Dici «mappa del potere» e pensi a tutti i posti dove i ragazzi del Gius cercano, ciascuno a suo modo, la Bellezza: Luca Doninelli, scrittore, è l’intellettuale di punta; nei giornali il padre nobile, non ciellino, ma a tratti più ciellino dei ciellini è Giuliano Ferrara. E poi ci sono i giornalisti sparsi ovunque, molti anche qui al Giornale. Tre i direttori (Roberto Fontolan al Velino, Luigi Amicone a Tempi, Antonio Socci alla scuola di giornalismo Rai di Perugia) e un vice (Renato Farina a Libero). Oltre, ovviamente, ad Alberto Savorana, che della comunicazione ciellina è il cuore, l’anima e il cervello, oltre a dirigere Tracce, organo del movimento.
Dici «mappa del potere» e, ovviamente, ci sono le istituzioni e la politica. Nel governo, alla voce «sottosegretari di Stato», Cl ha una poltrona, quella di Grazia Sestini, senatrice di Arezzo e responsabile del sociale nell’esecutivo. Una davvero brava e, sorridono al Meeting, «pensare che non è nemmeno lombarda». E un gran tessitore, soprattutto dei rapporti con Savino Pezzotta della Cisl e Luigi Bobba delle Acli è Gian Paolo Gualaccini, che siede nel Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.
Poi, c’è la politica vera e propria. Dove Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, è «senza alcun confronto, il più bravo di tutti noi a fare politica, forse un po’ troppo lombardocentrico». In tasca avrebbe la promessa di venti collegi sicuri alle elezioni, a fianco ha due mastini della gestione dei rapporti: Mario Mauro, vicepresidente azzurro dell’Europarlamento, e Maurizio Lupi, deputato di Forza Italia. Più uno staff di propri uomini, diffusi in tutti i centri della Lombardia che conta: «Per fare la lista ci vorrebbe l’elenco del telefono delle province lombarde» sorridono i Formigoni-boys. Ma almeno due nomi si possono fare: Massimo Ferlini, in un’altra vita comunista, uomo forte della Compagnia delle Opere lombarda che cura in particolare il mercato del lavoro e la sua riforma e Antonio Intiglietta, deus ex machina delle fiere.
E poi ci sono gli amici. Non ciellini, ma attenti ai ciellini: gli ex socialisti, i riformisti e Beppe Pisanu in casa azzurra; il capogruppo alla Camera dell’Udc Luca Volontè; l’ex ministro leghista Giancarlo Pagliarini; i dioscuri di An Maurizio Gasparri e Gianni Alemanno, talvolta in disaccordo sul loro partito, ma mai su Cl. E, nell’Unione, Enrico Letta, Roberto Pinza ed Ermete Realacci nella Margherita (ma si sta avvicinando anche Francesco Rutelli) e, su tutti, l’ex ministro diessino Pier Luigi Bersani.
Infine, c’è un amico speciale: il coordinatore azzurro Sandro Bondi. Lui frequenta proprio agli esercizi della fraternità e non è un caso se, proprio oggi, presenterà il suo libro La civiltà dell’amore al Meeting.

Nella dolcezza dei modi di fare e del tono di voce, Bondi è già ciellino.

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