Vespa, impennata in Piazza Affari: +8%

Acquisti da parte dei fondi. I gestori: «Ora tocca ai piccoli investitori»

Pierluigi Bonora

da Milano

La Vespa si è subito impennata in Borsa. Nel giorno del debutto il titolo della Piaggio ha guadagnato l’8,7%, chiudendo a 2,50 euro rispetto al prezzo di collocamento fissato a quota 2,30. Per il presidente Roberto Colaninno il successo dell’esordio «è il risultato non del coraggio avuto (Piaggio si è presentata puntuale all’appuntamento con la quotazione, mentre altre matricole, tra cui Pirelli Tyre e Api, hanno dato via via forfait preoccupate dalle condizioni sfavorevoli del mercato, ndr), ma del buon lavoro fatto soprattutto da parte dell’azienda». «In pratica - ha aggiunto Colaninno - abbiamo interpretato il mercato in modo corretto e di questo sono soddisfatto. Gli obiettivi di Piaggio, ora, sono quelli stabiliti nei nostri programmi: riguardano la crescita, sono molto buoni e oggi c’è una ragione di più per raggiungerli».
Piaggio si è presentata a Piazza Affari senza subire la sindrome Saras, la società perolifera il cui crollo delle azioni il giorno del debutto (collocata a 6 euro era subito franata a 5,3) ha di fatto messo paura alle altre matricole. C’è anche da dire, però, che ieri Piaggio si è presentata a Palazzo Mezzanotte con tanto di paracadute. Borsa Italiana, infatti, per cautelare gli investitori da una possibile eccessiva volatilità del titolo e scoraggiare la speculazione, ha proibito l’ammissione di richieste senza limite di prezzo. Questo provvedimento potrebbe essere adottato in futuro per molte altre piccole società che per ora hanno rifiutato di scendere nell’arena di Piazza Affari perché intimorite.
Che la giornata fosse avviata per Colaninno nel modo migliore lo si è capito fin dalle prime battute. Le azioni della casa motociclistica, sospese per eccesso di rialzo, sono arrivate a guadagnare fino a circa il 14 per cento. Alla fine della seduta risultava scambiato più del 4,5% del capitale ordinario per un valore intorno a 70 milioni. Intensa anche l’attività sui blocchi: ne sono stati scambiati, di varia misura e per controvalori compresi tra 2,25 e 2,47 euro, 11 milioni 300mila pezzi, ovvero un altro 1,3% del capitale che unitamente al 3,2% scambiato sul listino evidenzia un passaggio di quota ordinaria del 4,5 per cento. Sul mercato dei blocchi la prevalenza delle vendite è stata effettuata a 2,25 euro per azione.
Secondo un gestore il successo di Piaggio non è altro che «l’apprezzamento da parte del mercato di una storia di ristrutturazione e di crescita; il risanamento portato avanti negli ultimi tre anni è considerato concluso e si guarda avanti». Altri operatori mettono invece l’accento sui fondi stranieri, protagonisti nella fase di collocamento. «Tutti soggetti che non sono entrati per fare trading, ma perché credono nelle prospettive dell’azienda. Sicuramente adesso c’è un po’ di coda anche da parte dei piccoli investitori», a cui era stata tra l’altro destinata una porzione più piccola dell’offerta rispetto agli istituzionali. A questo punto, dopo la prima giornata della Vespa in Borsa, l’azionariato di Piaggio risulta così costituito: la capogruppo Immsi, penalizzata ieri in Borsa con un meno 2,12%, detiene circa il 56%; il flottante è intorno al 35,4% (comprende la cosiddetta greenshoe); banche e vecchi soci valgono, rispettivamente, il 2,6 e il 6% per cento. Soddisfatto del «botto» ottenuto il primo giorno è anche Matteo Colaninno, figlio del numero uno del gruppo, vicepresidente di Piaggio nonché al vertice dei Giovani imprenditori di Confindustria. «L’avvenuta quotazione - ha commentato ieri Colaninno jr. - rappresenta un traguardo fondamentale per un’industria storica, ma anche per la mia famiglia e soprattutto per mio padre, che ha fortemente creduto nella possibilità del rilancio di un marchio storico del Made in Italy».


L’assemblea ordinaria di Piaggio è stata infine convocata per il 28 e il 30 agosto prossimi, con all’ordine del giorno la nomina del nuovo consiglio di amministrazione che avverrà sulla base delle liste presentate dagli azionisti.

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