Paola Manciagli
da Milano
«Le novità di questa decima edizione sono parecchie, dai servizi allo studio che sarà completamente rinnovato». Cristina Chiabotto si concede una pausa dalle prove: questa sera tornerà a sedere tra Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu alla scrivania de Le iene, la trasmissione di Italia Uno ormai diventata un cult. Gli «incursori» hanno già in mano uno scoop, immediatamente ripreso da molti quotidiani: su cinquanta parlamentari sottoposti ad analisi, uno su tre fa uso di droga, soprattutto erba ma anche cocaina. Cristina non vuole regalare altre anticipazioni: «Sorprendere i telespettatori è il nostro marchio di qualità», dice. Ma non sa nascondere lemozione del ritorno in prima serata. «È un programma che amo, lo vedevo da spettatrice e finalmente inizio a possederlo, a sentirlo un po più mio».
Progetti per il futuro? «Per ora la tv resta al primo posto». Ventanni appena compiuti, la Chiabotto è uno dei volti più giovani del palinsesto televisivo e, se ha parole di stima per tutti i suoi colleghi «più anziani», non li prende a modello: «Di ogni conduttore apprezzo una caratteristica. Parlando delle donne ammiro la grinta della Ventura, la professionalità della Bignardi, la solarità della Hunziker. Ma non ho un vero e proprio idolo a cui ispirarmi». Incoronata Miss Italia nel 2004, Cristina si è fatta largo nelle simpatie del pubblico vincendo la seconda edizione di Ballando con le stelle, il varietà danzato del sabato sera di Rai Uno condotto da Milly Carlucci. Poi Paolo Bonolis lha chiamata ad Affari Tuoi, nella puntata finale della Lotteria Italia, e se nè fidato a tal punto da convocarla al Festival di Sanremo del 2005, per i collegamenti esterni con le giurie.
Dellestate scorsa è lesperienza forse più azzardata e meno felice della sua rapidissima carriera: la conduzione del Festivalbar insieme con Ilary Blasi e il Mago Forrest. Il tormentone canoro dellestate di Italia Uno questanno non ha conquistato i risultati di ascolto sperati. E qualcuno ha dato la colpa proprio ai tre conduttori «poco coinvolgenti». «Secondo me non è stata colpa della trasmissione se gli ascolti non sono andati bene, sono i gusti del pubblico che cambiano, ogni anno è un po una scommessa. Per quanto mi riguarda è stata unesperienza formativa».
A ventanni le nuove sfide si accettano comunque con entusiasmo e forse una punta dincoscienza, anche se chi lavora in tv, specie di questi tempi, non può certo snobbare i risultati dellAuditel: «Sarei ipocrita se dicessi che non minteressano.
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