«La viabilità oggi rispecchia l’originale forma ellittica»

Quali sono gli apporti delle scienze moderne alla conoscenza delle origini celtiche di Milano? Lo chiediamo ad Adriano Gaspani, astronomo dell’Osservatorio astronomico di Brera e autore di numerose pubblicazioni sul tema.
Il sorgere di Milano sarebbe legato a un intervento dall'esterno come voleva Tito Livio?
«Solo in parte. È vero che celti provenienti dalla Gallia si stanziarono qui dando vita al «primo» nucleo mediolanense, ma se essi scelsero questo luogo lo si deve all’incontro con altri gruppi di celti già presenti. Mi riferisco ai celti di Golasecca, nella zona di Varese, i cui tumuli ancora conservatisi risalgono fino all’XI secolo a.C. Inoltre la fusione tra i celti di Belloveso e gli insubri locali fu pacifica perché gli edui, un popolo al suo seguito, si chiamavano anche insubri, condividendo con quelli della Val Padana non pochi elementi culturali, sia linguistici che di scrittura. E proprio costoro avevano già fondato un nemethon (cioè un santuario)».
Il medhelanon di Belloveso fu dunque gemello del nemethon precedente?
«In un certo senso sì. Quello autoctono si trovava nella zona dell’attuale via Torino, circa un chilometro e mezzo più a sud-ovest della collina della Scala. E sottolineo «collina», perché si tratta di un’altura di 149 metri che, ancora oggi, è la parte naturale più elevata di Milano, anche se lo spettatore contemporaneo non può accorgersene per via dell'attuale conformazione urbanistica».
Che caratteristiche aveva il Medhelanon celtico?
«Anzitutto una forma ellittica, ancora oggi rilevabile con vari strumenti, da quelli più sofisticati compresi vari modelli computerizzati a quelli più semplici, come il programma per internet Google Earth, che permette di dare un’occhiata dall’alto al territorio. Fra l’altro, questa origine ellittica spiega perché Milano abbia conservato un andamento viario strano rispetto ai criteri standard seguiti dai romani per l’edificazione di nuove città».
Lei ha studiato anche gli elementi astrali di questi luoghi sacri...
«Dopo i primi studi di Colombo, negli anni Venti, ho ripreso questi spunti alla fine del secolo scorso, notando come l’ellisse sia orientata in modo preciso. Gli assi sono infatti allineati astronomicamente: l’asse maggiore sul tramonto del sole nel solstizio d'estate, che all'epoca della fondazione poteva essere visto scendere dietro il Monte Rosa; e l’asse minore, perpendicolare, lungo la linea della stella che si levava sopra il Resegone, detta Capella in latino (non ne conosciamo il nome celtico) della costellazione dell’Auriga».
A chi volesse “toccare con mano” questa affermazione, quale periodo dell’anno suggerirebbe?
«All’alba di una mattina di settembre, da via Manzoni. Anche se quasi irripetibile fu l’evento che, a mio avviso probabilmente, si verificò nell’anno esatto di fondazione di Milano: il 583 a.C.

»
E cioè?
«Fu in quell’anno che si verificò, nei nostri cieli, una particolare concentrazione di ben 5 pianeti: Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, che tramontarono tutti vicini. Un evento molto raro, che accade ogni qualche secolo. E che forse ispirò i druidi di Belloveso nella loro scelta».

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