Il viado di Piero è un clandestino

Amore trasgressivo. E clandestino. Natalie, il trans brasiliano che ospitava Piero Marrazzo nel giorno di inizio luglio in cui il governatore fu vittima del presunto videoricatto, è entrato nel Paese in modo irregolare e non ha il permesso di soggiorno. Difficile averlo, vista la sua professione. Dovrebbe dunque essere espulso, ma non lo sarà. Almeno per lui, la storiaccia che ha portato Marrazzo alle dimissioni un risvolto positivo, per quanto temporaneo, sembra averlo. I pm Giancarlo Capaldo e Rodolfo Sabelli hanno infatti deciso che il viado ripreso nel video insieme all’ormai ex presidente della Regione deve restare in Italia. È un teste decisivo nell’inchiesta della procura di Roma che vede quattro carabinieri iscritti nel registro degli indagati per aver ordito e portato avanti il ricatto a Marrazzo. Così la procura di Roma ha chiesto al ministero dell’Interno il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di giustizia. Intanto il verbale di interrogatorio con le dichiarazioni rese due giorni fa dal trans-superteste è stato aggiunto agli atti del fascicolo di indagine, atti che oggi dovrebbero finalmente essere consegnati agli avvocati dei carabinieri, Marina Lo Faro (che difende Carlo Tagliente, Luciano Simeone e Nicola Testini) e Mario Griffo (legale di Antonio Tamburrino, accusato solo di ricettazione). E sempre oggi dovrebbe essere fissata l’udienza del Riesame per la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare, chiesta dai quattro. Nel frattempo il Ros procederà con gli interrogatori degli altri transessuali della zona di via Gradoli, almeno tre dei quali avrebbero riferito tra l’altro di aver subito rapine o estorsioni da carabinieri. C’è da chiarire chi portava la droga agli «appuntamenti», l’esistenza del secondo video, che avrebbe girato un trans e che sarebbe confluito forse nel filmato poi offerto dagli indagati a giornali e televisioni, ma anche la consistenza, e gli eventuali autori, di queste vessazioni, mentre la procura esclude la presenza di altri vip ricattati. Si indaga però anche sulla morte di Gianguarino Cafasso, il pusher, confidente dei carabinieri arrestati, che secondo questi ultimi sarebbe il vero autore del video. Cafasso è deceduto a settembre scorso per overdose: la procura attende gli esiti dell’autopsia e dell’esame tossicologico per chiarire se intorno alla sua scomparsa vi siano aspetti poco chiari.


Intanto Marrazzo ha tirato il fiato restando a casa, con la moglie Roberta e i suoceri, senza mettere il naso fuori dalla porta. Il primo giorno da ex presidente, in attesa di rifugiarsi, come desidera da giorni, in qualche monastero per ritrovare serenità.

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