Enrico Lagattolla
Con ogni probabilità non si è trattato di un incidente. Lauto pirata che nella notte tra giovedì e venerdì ha investito in via Silla Roberto Oliveira da Silva, viado brasiliano di 28 anni, forse voleva uccidere. È questa la tesi della Procura, che ha aperto unindagine per verificare se sia stata o meno una fatalità. Lipotesi è che si sia trattato di un omicidio volontario.
Le indagini, condotte dal reparto radiomobile della Polizia municipale e coordinate dal pubblico ministero Marcello Musso, sembrano essere arrivate a una svolta. È di ieri, infatti, il ritrovamento dell«auto pirata», una Ford Escort Station Wagon rossa immatricolata dieci anni fa, abbandonata a Quinto Romano. Lungo la direttrice di via Novara e, dunque, non molto lontano dalla scena del delitto.
Giovedì notte, quellauto ha svoltato in via Silla, incrociato Roberto Da Silva, invertito la direzione di marcia e, in contromano, si è diretta contro il transessuale che camminava sul ciglio della strada. Uccidendolo. Samanta, laltro viado che era con lui, si è salvato. È stato lui a chiamare il 118, ma al magistrato che lo ha interrogato ha fornito una versione dellaccaduto confusa e contraddittoria, fatto che ha destato non pochi sospetti. Di qui la decisione del pubblico ministero di non archiviare il caso. Gli inquirenti sono già risaliti al proprietario del veicolo, ma né lui, né il figlio sarebbero i responsabili. Lintestatario dellauto, infatti, avrebbe denunciato il furto della vettura qualche giorno prima del delitto, mentre il figlio, che aveva in uso la macchina, non si sarebbe potuto mettere al volante. Un piccolo incidente avuto di recente, infatti, gli impedirebbe di guidare.
Le indagini, dunque, proseguono. Sotto la lente degli investigatori, al momento, ci sono cinque persone. Un solo italiano, gli altri quattro stranieri.
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